Le storie di Siena News – Vasco Galardi, da oltre 40 anni non si perde un consiglio comunale

Quando nel nostro immaginario ci vengono in mente, gli anziani li pensiamo come persone che, la mattina, dopo aver preso il caffè e letto il giornale al bar e fatto la passeggiata, si fermano ad osservare il proseguimento dei lavori in un cantiere. Il personaggio protagonista de Le storie di Siena News di questa settimana potrebbe rientrare in questo nostro paradigma, anche se dovremmo sostituire il cantiere con il consiglio comunale. Parliamo di Vasco Galardi, un 87enne senese, che da oltre 40 anni, dal 1977, è uditore all’interno del consesso di palazzo pubblico. “Ma quando ho iniziato a frequentare l’aula lavoravo ancora alle Belle arti – ci racconta Vasco -. Sono stato assistente del Carli, di Torriti, di Borghini e di Bagnoli. Ci andavo quando venivano discussi argomenti riguardanti la Sopraintendenza. Mi dicevano: ‘Vai a sentire quello che dicono'”.

Da Canzio Vannini fino a Luigi De Mossi, dalla Prima Repubblica fino alla Terza. Vasco Galardi è stato testimone in prima linea di una città e di una politica continuamente in evoluzione, anche in modo negativo, come osserva lo stesso Galardi. ” Quando il presidente del consiglio comunale Falorni ringrazia gli ospiti presenti, penso si rivolga solo a me, anche perché lì dentro poi ci sono solo giornalisti – ci dice con un sottile tono d’ironia -. In tutto questo tempo, devo dire che gli atteggiamenti sono cambiati molto. Quando ho cominciato percepivo che tra opposte fazioni c’era un grande rispetto. C’era un’eleganza nei comportamenti che forse oggi non c’è più, manca quello stile nel fare il mestiere che era tipico dei politici di qualche decade fa”.

Sono infinite le cose a cui Vasco Galardi ha assistito nella sala del Capitano, alcune si perdono nei meandri della sua memoria, altre invece restano ancora ben vivide nei suoi ricordi. ” Di interrogazioni ne ho sentite tantissime – commenta -. Alcune però le ho ancora bene impresse da quanto mi sono sembrate strane. Tipo quella che riguardava il vicolo della Fortuna dove c’erano dei fogli per terra e non messi nel cestino. Oppure quella che chiedeva per quale motivo in via Franciosa nasceva l’erba fra una pietra e un’ altra, sembrava fosse uno scandalo. Quella che mi scorderò più difficilmente è quella che chiese perché le damigiane del vino fossero fuori dalle società di contrada nei giorni di Palio”. Nella mente di Vasco Galardi ritornano vividi anche numerosi aneddoti. “Anni fa la mia presenza in consiglio non era ben vista da qualche segretaria – spiega -. Un giorno però arrivò addirittura l’allora sindaco Mauro Barni a tranquillizzarmi. Mi disse: ‘Fino a quando ci sono io te digli che ti ho autorizzato. Se trovi qualcuno che storce il naso mi telefoni o mi vieni a trovarmi'”.

“La persona con cui ho avuto il rapporto migliore? Franco Ceccuzzi, sono un caro amico di suo padre. La mattina del consiglio comunale in cui dette le sue dimissioni me la ricorderò per sempre – continua-. L’aula era piena e ci fu una vera bagarre. Di solito non viene mai nessuno, quel giorno nella sala del Capitano c’erano 100 persone, un casino incredibile. Ad un certo momento volarono insulti, a me scappò una ‘parolina’ e berciai: ‘ Fatela finita! Buffoni!’. Mi venne spontaneo e me ne assumo le responsabilità ma era uno spettacolo indegno”. Una vita passata a vedere rappresentanti locali sedersi nei banchi di maggioranza e opposizione anche se, quando si parla di politica, Vasco Galardi ha veramente conosciuto chiunque: grazie al suo lavoro alle Belle Arti, ha incontrato ministri e presidenti, italiani ed internazionali.” Seguivamo tutte le conferenze all’interno del palazzo Pubblico e del palazzo Piccolomini in piazza Postierla afferma-. Ho conosciuto personaggi come Spadolini e Giovanni Malagodi, Mi ricordo di avere fatto una figura pessima con Valery Giscard d’Estaing, allora presidente della Repubblica francese. Dovevo andarlo a prendere con la macchina alle 15. Nessuno mi avvertì e io c’andai un’ora dopo. Se ne era belle andato”.

Marco Crimi