Le reali opportunità di lavoro nel turismo

Ho avuto l’opportunità – e l’onore – di partecipare ad un incontro,coordinato dal Career Service dell’Università di Pisa, sulle opportunità professionali nel settore del turismo culturale (e non solo) per gli studenti che si laureano in materie umanistiche. Nella convinzione che proprio gli studi umanistici permettono di acquisire quelle particolari capacità comunicative, competenze linguistiche, conoscenze generali e di mediazione interculturale, che possono essere messe validamente a disposizione delle destinazioni e degli operatori turistici.

Ho voluto evidenziare quattro aree in cui esistono effettivamente opportunità di lavoro nel turismo prossimo futuro e che mi piace condividere anche qui – per un pubblico più ampio – per dare un messaggio di prospettiva che vada oltre la difficoltà di questo momento.

La prima area di lavoro è senz’altro quella dell’accoglienza turistica, ovvero quell’insieme di servizi organizzati sul territorio, fatto da visite guidate, tour, aperture straordinarie, esperienze, uffici di informazione, sconti e card che – a mio parere – è oggi più importante della promozione. Sì, perché una attività di promozione ha una durata inevitabilmente limitata nel tempo, mentre l’accoglienza turistica ha un’efficacia permanente e genera un maggior numero di recensioni da parte dei turisti.

La seconda area è quella del turismo per tutti, ovvero i servizi per persone che hanno disabilità, temporanee o permanenti, di carattere motorio, visivo, uditivo o cognitivo. Una volta veniva chiamato “turismo accessibile”, oggi si usa invece il termine “per tutti”, non per moda o correttezza politica, ma perché dare servizi adeguati a persone che hanno queste disabilità significa migliorare la qualità delle risposte a tutti i turisti. Come dimostrano alcuni esempi, che si stanno velocemente moltiplicando anche in Toscana.

Un discorso più attento merita invece il turismo esperenziale, perché si tratta prima di circoscrivere bene il fenomeno. Non è vero che tutto è “esperienza”, ma si tratta invece di costruire attività e “cose da fare” – e qui avere competenze non strettamente di tecnica turistica rappresenta una ricchezza professionale quanto mai necessaria – in cui i turisti non siano spettatori, ma invece protagonisti diretti, come attori sul palcoscenico.

Ed infine il destination management, ovvero, tradotto in italiano, la gestione della destinazione per governare i flussi turistici, soprattutto attraverso l’innovazione, la creazione di eventi ed il sostegno a proposte provenienti direttamente dagli operatori turistici del territorio, che spesso hanno bisogno proprio di una consulenza tecnica per raggiungere un più alto numero di clienti.

Quattro aree su cui investire, nella certezza che il mondo del turismo tornerà presto ad offrire opportunità di lavoro di qualità.

 

Roberto Guiggiani