L’ascesa delle Bollicine italiane tra botti di Capodanno e cambiamenti di abitudini

Le bollicine con l’aperitivo

In questi giorni, complici le festività natalizie, sale vertiginosamente, il consumo delle bollicine italiane, non solo all’interno del nostro paese, ma anche all’estero.

Secondo le stime, tra Natale e Capodanno, come riporta il Sole24ore, saranno ben 375 milioni di tappi a saltare; di questi circa un quarto sulle tavole degli stranieri. L’export degli spumanti italiani – che non si è fermato in alcuni casi, nemmeno durante la pandemia – continua a crescere e quest’anno segna un +6%. In espansione negli ultimi anni non solo solamente state le esportazioni, ma anche la produzione che è salita tra il 2000 ed oggi del +500%: nel 2000 infatti nel Belpaese venivano prodotte circa 80 milioni di bottiglie di spumanti mentre oggi, stando ai dati dell’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini, abbiamo toccato le 970 milioni di bottiglie.

E se nel 2000 venivano stappate solo in Italia circa 80 milioni di bottiglie (poco più di una bottiglia a persona all’anno), oggi se ne stappano ben 270 milioni (quasi 5 bottiglie all’anno pro capite). Una cifra da capogiro, che fa ben capire il successo degli spumantizzati. Ma a cosa è dovuta questa ascesa vertiginosa? Sicuramente non sono solo le festività ad incidere su questa tendenza. Sicuramente i nostri produttori hanno affinato la capacità di produrre eccellenze, ma soprattutto è avvenuto e sta avvenendo un cambiamento nelle abitudini. La moda degli aperitivi, l’accostamento al fashion, ma specialmente il considerare la bollicina non più come un vino da occasione speciale, ma anche da bere durante i pasti, sono stati i trampolini di lancio. Altra tendenza esplosiva, che sta dando un ulteriore slancio alle vendite, è la tipologia Rosè, seducente e accattivante.

E le bollicine italiane oggi conquistano sempre più i palati di tutto il mondo: ad apprezzarle all’estero sono principalmente Usa, Regno Unito e Germania ma nel biennio 2019-2021 sono molto cresciuti gli sbocchi di Francia (soprattutto Prosecco, +25% valore), Paesi Scandinavi, Canada (+23%), Polonia (+25%), Australia (+11%). Tradizionalmente i territori che producono le bollicine sono soprattutto al Nord Italia (come Prosecco Doc, Prosecco Valdobbiadene Docg, Alta Langa Docg, Trento Doc, Asti Spumante Docg, Franciacorta Docg, Oltrepo’ Pavese Docg e altri) non bisogna sottovalutare le zone del Sud che stanno presentando vini da forti personalità ed emergenti come l’Etna.

Stefania Tacconi