La venerabile Caterina Vannini: dalla vita dissoluta alla conversione (passando per Caravaggio)

Il 30 luglio del 1606 muore a Siena la venerabile Caterina Vannini. Nasce tra il 1558 e il 1564 ed è stata una figura che ha intrecciato la sua difficile vita con grandi fatti storici e grandi personaggi. un personaggio che intersecò la grande storia e grandi personaggi, a partire dal Cardinale Borromeo.
Ha una vita drammatica si diceva: nasce in una famiglia povera, figlia di ‘ nata a Siena tra il 1558 e il 1562 da Pasquino Vannini e Silea Piaciantichi, e nasce nella casa, in via delle Murella (oggi via Tommaso Pendola) che, tradizionalmente, oggi fa parte del museo della Tartuca. Si dice, però, che giovanissima venne avviata alla prostituzione, pare con la complicità della famiglia che con il “mestiere” della figlia sopravvive. Sappiamo però che ha doti di pittura, ricamo, musica. Ragazza bellissima va a Roma, dove continua a fare la cortigiana, comportamento che le porta il brutto nome di “Taide senese” (dalla prostituta protagonista della commedia di Terenzio “Eunuco”, era l’amante del soldato Trasone). E’ talmente bella che a Roma incontra molti favori e alcuni la citano come modella, addirittura, di Caravaggio, per alcuni quadri che raffigurano La Maddalena. Ma è un momento storico particolare: Gregorio XIII sta mettendo al bando tutte le prostitute e durante il Giubileo straordinario del 1574, voluto per porre fine alla corruzione che sta imperversando nella Capitale, viene incarcerata. Le si pongono due soluzioni: o si sposa o entra in monastero. Lei non si piega e riesce ad essere liberata e atornare a Siena. Rientrata nel 1775 e, nonostante abbia il “ricavato” dei suoi “favori” romani” in città prova a riprende a fare “la vita” ma l’esperienza romana l’ha segnata: si fa leggere le vite dei Padri del deserto, e la vita di Caterina de’ Ricci, una monaca di Parto che ha avuto una storia simile alla sua e ora si è convertita, ha visioni e ha ricevuto le stimmate. Ma il fatto che la trasforma avviene il giorno in cui, nella chiesa di Sant’Agostino, una domenica dell’Avvento, dopo aver ascoltato una predica sulla conversione della Maddalena ha una forte crisi spirituale: si taglia i capelli, vende i suoi averi, destina il ricavato ai poveri. Dopo alcuni anni, subito non la accettano, nel 1584 si fa terziaria domenicana ed entra nel monastero delle Convertite di Santa Maria delle Grazie in via del Pignattello. Qui trascorre quattro anni in silenzio, assiste solo alla messa e si confessa. Nel corso della vita la sua indole fu sempre quella di una donna irrequieta e intelligente e si trovò, talvolta, in contrasto con i suoi direttori spirituali, tanto che, forse, questo interferì con il processo di canonizzazione (più volte fermato e mai giunto. Caterina ha un intenso rapporto con il cardinale Federico Borromeo che la visita alcune volte, sembra nel 1604 e 1605. Copia del carteggio è conservato anche nell’archivio della Contrada della Tartuca. La Vannini si ammala e muore giovane e nello stesso 1606 va in stampa il testo da lei scritto sul modo di recitare il Rosario (“Modo per eccitare e ammaestrare li semplici e poco esperti a recitar con qualche frutto il S. S. Rosario dettato dalla madre Suor Caterina Vannini da Siena, monaca Convertita”, Siena tipografia Luca Bonetti. In seguito è stato poi ristampato presso la Tipografia Calasanziana a Siena nel 1903 con titolo abbreviato). Una copia inviata al cardinale Borromeo ed è conservata alla Biblioteca Ambrosiana. E’ stato, invece, lo stesso cardinale Borromeo a redigere una biografia della “piccinina”, come lei stessa si definiva (“I tre libri della Vita di Suor Caterina monaca convertita”, Milano, 1618).

Maura Martellucci

Roberto Cresti