La Toscana la più amata dagli enoappasionati

Mercoledì scorso, l’Associazione Nazionale Città del Vino in diretta Facebook ha presentato il XVII Rapporto dell’osservatorio Nazionale del Turismo del Vino “l’impatto socio-economico del Covid sul turismo del vino in Italia: dalla necessità della gestione alla prospettiva del rilancio”.

L’analisi rivela che la Toscana resta al primo posto tra le mete in Italia preferite dagli enoappassionati (italiani e stranieri), seguita da Piemonte e Sicilia. All’incontro hanno preso parte oltre al Presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, Floriano Zambon anche il Presidente di ENIT Agenzia Nazionale del Turismo Giorgio Palmucci, il Presidente Unione Italiana Vini Ernesto Abbona, la Presidentessa Associazione Nazionale Le Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini, il Presidente Federazione Italiana Strade del Vino Paolo Morbidoni, il Presidente Movimento Nazionale Turismo del Vino Nicola D’Auria, la Direttrice Marketing e Promozione di ENIT Maria Elena Rossi, con un’introduzione scientifica a cura del Prof. Giuseppe Festa, Direttore del Corso di Perfezionamento Universitario e Aggiornamento Culturale in Wine Business dell’Università degli Studi di Salerno.

All’analisi hanno contribuito un campione di 100 esperti selezionati tra addetti ai lavori in enti territoriali, agenzie promozionali e consorzi vinicoli. Il rapporto analizza gli effetti della pandemia nel settore enoturistico italiano, che ha visto registrare un crollo vertiginoso delle visite in cantina, con conseguente ricaduta sulle vendite dirette nelle aziende vinicole. Secondo l’elaborazione dei dati, nel 2019 si era registrato un flusso di 15 milioni di enoturisti, che generavano un indotto di 2,65 miliardi di euro. A seguito della pandemia, si è assistito ad un cambio di modalità nelle tradizionali visite in cantina, dando maggiore rilievo agli spazi all’aperto (con un tempo trascorso maggiormente in vigna piuttosto che in cantina), inoltre è sempre più ricercata la sostenibilità e l’accessibilità ai servizi. Tuttavia, per tornare ai livelli del 2019, si stima che occorreranno circa due anni. Il rapporto conferma che i punti cardine dell’offerta enoturistica nel nostro Paese restano la varietà dei vitigni e la ricchezza dell’offerta enogastronomica e culturale.

Per mantenere il primato è necessario migliorare l’offerta dei servizi e delle infrastrutture, puntando anche sulla digitalizzazione e la capacità di offrire accoglienza anche in lingua straniera. Secondo quanto riporta ANSA, per il Presidente di Città del Vino Floriano Zambon sarebbe necessaria “Una cabina di regia per rilanciare il sistema enoturistico”, con un piano straordinario di comunicazione per il rilancio dell’enoturismo.

Stefania Tacconi