La Toscana destinazione turistica anche per i naturisti

Il Comune di Viareggio ha finalmente autorizzato la Lecciona come spiaggia per i naturisti: da questa estate sarà indicata con apposita cartellonistica e si potrà prendere il sole e fare il bagno completamente nudi.

Dico finalmente, perché sono tanti anni che quel tratto di spiaggia è già frequentato dai naturisti italiani e stranieri, senza che la cosa abbia mai provocato nessun problema o scandalo. Anzi, la cosa è talmente conosciuta – ed accettata – che proprio lo scorso anno la spiaggia della Lecciona ha conquistato il secondo posto di una classifica dedicata alle cento migliori spiagge naturiste al mondo, grazie alla buona qualità ambientale delle acque e della natura circostante. Cosa abbastanza logica, visto che si trova nel Parco di Massaciuccoli San Rossore Migliarino.

La decisione del Comune di Viareggio è davvero di fondamentale importanza. In primo luogo, perché accoglie la richiesta fatta dall’Associazione Naturista Italiana (A.N.ITA) senza preoccuparsi troppo delle solite, inevitabili polemiche sul disagio dei bambini piccoli che dovessero trovarsi a passare da lì o sul fatto che la spiaggia non sia abbastanza isolata e lontana dai tratti frequentati dalle persone con il costume da bagno.

In secondo luogo, perché la Lecciona è la quinta spiaggia naturista che viene autorizzata in Toscana – dopo quelle di San Vincenzo, Aquarilli all’Isola d’Elba, il Sassoscritto e la Calignaia a Livorno – e dunque il fenomeno è già parte integrante di un sistema di accoglienza turistica che genera un suo indotto economico, ben apprezzato dagli operatori locali.

Perché il turismo naturista è un fenomeno molto diffuso in tutto il mondo, spesso praticato da famiglie, e costituisce un segmento di mercato su cui lavorano da anni tutti i paesi europei affacciati sul Mediterraneo. In Italia non esiste ancora una legge nazionale che disciplini la pratica del naturismo, e talvolta sono state comminate delle multe per un’accusa generica, ed abbastanza fuori luogo, di “atti contrari alla pubblica decenza”. Ma il 14 aprile scorso una sentenza della Corte Costituzionale ha dato un fortissimo segnale, riducendo da 5 mila euro a 51 euro l’importo della sanzione amministrativa per questo illecito amministrativo. Un segnale chiaro al Parlamento ed alle Regioni perché provvedano a disciplinare la pratica naturista, in modo che venga definitivamente esclusa da ogni fattispecie di atti contrari alla pubblica decenza.

Già sei regioni (Emilia-Romagna, Abruzzo, Veneto, Piemonte, Lombardia e Sardegna) lo hanno fatto, approvando una disciplina sul naturismo e la Toscana – ancora di più in forza delle cinque spiagge che sono state autorizzate – potrebbe adesso fare lo stesso, inserendo a pieno titolo il naturismo fra le sue attrattive turistiche.

Roberto Guiggiani