La storia – L’amore e la solidarietà di Giovanni e Alessia: adottano un bimbo haitiano e si impegnano per aiutare il suo Paese

Grande amore e solidarietà: sono gli elementi che compongono la storia di Giovanni Bellisario e Alessia Giorgiadi. Il racconto dei due fa bene al cuore e ci fa capire come possiamo essere di supporto per migliorare la vita a chi sta peggio di noi.

Nelle loro parole infatti c’è la testimonianza di quello che vivono i bambini nel Terzo mondo. E stavolta non c’è il filtro di un reportage o di uno spot televisivo ma a descriverci la vita quotidiana nei paesi più poveri è la loro esperienza diretta.

La vicenda personale dei due inizia nel 2016 quando hanno deciso di compiere un gesto di amore puro: adottare il piccolo Jodelet, un bambino nato ad Haiti. “La procedura internazionale è stata lunga e articolata”, dice Giovanni.  L’attesa è durata mesi e poi anni ma alla fine la coppia ha potuto accogliere il piccolo. “A luglio di questo anno Jodelet è arrivato qui da noi e ci ha portato una gioia immensa. Si è integrato fin da subito ed ogni giorno ci meraviglia e ci sorprende con la velocità con cui socializza, impara a conoscere l’italiano e fa nuovi amici – aggiunge Giovanni-. Chi ha la possibilità di adottare lo faccia. Lo ribadisco: questa è una gioia immensa”.

Un percorso difficile dunque che se da un lato ha portato ad una grande felicità, dall’altro ha donato consapevolezza sulla situazione vissuta ad Haiti: “Stiamo parlando di uno stato martoriato che vive una tempesta perfetta – spiega Giovanni -. La crisi economica e quella sanitaria hanno devastato un Paese che adesso è in mano a bande criminali”.

La situazione drammatica ai due è stata spiegata dettagliatamente anche da Antoine Zacharie, medico e presidente dell’associazione Haiti integrity project( realtà che si propone di realizzare una serie di progetti d’interscambio scientifico tra la realtà haitiana e l’Italia, ndr). Il dottore ha conosciuto Alessia e Giovanni perché è stato il loro referente nel percorso di adozione di Jodelet.

Non solo però: siccome per la coppia era impossibile, a causa del covid, accedere nel Paese d’adozione, allora è stato proprio Antoine a venire in Italia con il piccolo e raccontare quello che accade nella Nazione caraibica. “Adesso manca letteralmente l’acqua potabile e le acque reflue non possono essere smaltite, con la popolazione che soffre di colera endemico ed altre patologie infettive”, sono le parole di Alessia.

Ecco quindi che i due decidono di muoversi per poter dare un aiuto. E lo fanno insieme all’associazione La Conchiglia – Amici della Chirurgia pediatrica di cui sono membri. “Ci siamo incontrati con il dottor Mario Messina(primario della Chirurgia pediatrica delle Scotte, ndr) per discutere su due progetti spendibili nell’immediato”, prosegue Alessia.

Così, dopo un’accurata analisi delle criticità del Paese, La Conchiglia ha deciso di portare avanti due iniziative ambiziose: la prima riguarda una serie di teleconsulti,  in modo che gli specialisti dell’associazione, che sono professionisti del policlinico senese,  possano essere a disposizione con consulenze a distanza per indicare diagnosi e terapie per i malati ad Haiti e per formare il personale sanitario sul luogo; poi c’è l’iniziativa della costruzione di tre pozzi per l’acqua potabile (che saranno realizzati nei villaggi di Petit-Desnudes, Bocozelle e Bellanger, ndr) che funzionino con l’ energia solare e che possano sopperire alla mancanza di acquedotti.

Due iniziative ambiziose, dicevamo, a cui ognuno di noi può dare un contributo, in modo che questa diventi una manifestazione di solidarietà di una città intera. Per farlo si può partecipare alla serata di beneficienza che La Conchiglia e Haiti integrity project hanno organizzato il prossimo 29 novembre all’auditorium di Chianti Banca, a Siena in via Cassia nord 4, dalle 21.

L’evento sarà all’insegna della musica con l’esibizione della famosa violinista Renata Lacko, del fisarmonicista Pasquale Rimolo e dei ragazzi della scuola Sviolinando. L’ingresso è a offerta libera.

“Si sente parlare molto di povertà, ma non toccandola non si può capire – conclude Alessia -. Una mano però si può dare con poco e per questo contiamo sull’aiuto di tutti”

MC