“La scuola dei bambini ricoverati va salvata”. Il sindaco si rivolge al Ministero

Il sindaco Bruno Valentini alza i toni e si mostra deciso a difendere la scuola dell’infanzia del policlinico Santa Maria alle Scotte, chiedendo l’attenzione del Miur.

La vicenda va avanti da qualche mese e ha visto scendere in campo politici, insegnanti, genitori eppure dall’incontro avvenuto oggi pomeriggio a palazzo pubblico tra il sindaco stesso, l’assessore all’istruzione Tiziana Tarquini e la dirigente dell’istituto comprensivo Pier Andrea Mattioli, Giuseppa Napoli, per approfondire ulteriormente la questione del ridimensionamento della scuola dell’Infanzia delle Scotte, è emersa una criticità che non risponde ad alcuna logica se non a quella dei tagli indiscriminati.

“Scriverò immediatamente al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – ha detto il sindaco Valentini – per esprimere la nostra contrarietà a qualsiasi taglio indiscriminato di risorse nei confronti del sistema educativo e scolastico, così come avviene nel caso della nostra scuola ospedaliera dell’Infanzia. Chiederò espressamente di non ridimensionare la scuola dell’Infanzia delle Scotte, dopo cinquant’anni di lavoro straordinario verso i piccoli ricoverati provenienti da tutta Italia”.

Da quanto emerso dal confronto, dunque, la maggiore criticità è costituita dalla scelta dell’Ufficio Scolastico Regionale di tagliare le due unità di personale precedentemente assegnate alla scuola ospedaliera dell’Infanzia, senza le opportune analisi e valutazioni sull’efficacia e l’utilità di questa tipologia di servizio educativo a sostegno dei piccoli degenti delle Scotte.

FOTO1 incontro Scuola Le Scotte

“Chiediamo con forza che venga salvaguardata – ha aggiunto l’assessore Tarquini – una realtà pioneristica e valida come quella della scuola dell’Infanzia delle Scotte, attiva fin dagli anni ’60 e che eroga un servizio fondamentale nei confronti dei bambini ospedalizzati. Per i piccoli degenti che ne usufruiscono, costituisce non soltanto un punto di riferimento educativo ma anche un motivo di evasione da situazioni cliniche talvolta difficili. Voglio inoltre ricordare la professionalità delle maestre che lavorano con passione in questo contesto difficile, la loro esperienza meriterebbe la dovuta considerazione”.