Incendio a Suvignano, De Mossi: “Ho il cuore infranto”

Ho il cuore infranto di fronte alle fiamme”. Con un post su Facebook anche il sindaco di Siena Luigi De Mossi è intervenuto sull’incendio che ha colpito l’azienda che si trova a sud della provincia di Siena e che fu confiscata alla mafia.

“Proprio nel simbolo di riscatto in Toscana con i suoi oltre 600 ettari strappati alla mafia che oggi sono ricchezza sociale e punto di riferimento di legalità – aggiunge De Mossi-.Ai lavoratori, a tutti coloro che gravitano intorno a Suvignano, alla comunità di Monteroni esprimo solidarietà e confido nel lavoro della magistratura e nelle forze dell’ordine perché si faccia luce su quanto accaduto. Siena ed il suo territorio resteranno baluardo contro le mafie, la criminalità organizzata e la violenza“.

L’incendio lo ricordiamo ha colpito 700 rotoballe di fieno e  250 quintali di seme di erba medica e trifoglio. Le fiamme hanno interessato un capannone di circa 2000 metri quadri, con all’interno anche una macchina operatrice, un rimorchio ed un pick-up. Sul posto sono intervenuti, fin da subito, i vigili del fuoco, i carabinieri. Nella procura di Siena è stato aperto un fascicolo e tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti non è stata esclusa la causa dolosa. I danni calcolati ammonterebbero a 800mila euro e sul posto sono presenti Asl ed Arpat per delle verifiche sul tetto in eternit che è stato bruciato dalle fiamme.

Su Suvignano continuano ad arrivare le reazioni dalla politica.”Pur rispettosi del riserbo dell’Autorità Inquirente, cui va tutta la nostra stima, l’ingente conta dei danni del rogo di Suvignano, unitamente a tempi e modalità del sinistro, integrano le ipotesi di una mano malavitosa”.E’ l’opinione di Riccardo Galligani, candidato capolista della Lega per la Provincia di Siena.”Checché si tratti di un’intimidazione della mafia o di un atto doloso di qualcun altro – specifica Galligani -, deve essere forte il grido soprattutto di chi è impegnato nella contesa elettorale, per di più trattandosi di un bene sottoposto a controllo della Regione. E’ inaccettabile che in Toscana, terra di libertà che vuole restare lontana dalla mafia, ci sia qualcuno che, per intimidazione o per interesse, si macchi di simili reati mettendo a repentaglio l’ambiente ed il lavoro di persone oneste, tanto più se, come in questo caso, ci troviamo di fronte ad un emblema della lotta alle mafie”.

Per Simone Bezzini, capolista del Pd, “è un fatto che fa emergere pensieri inquietanti. Le indagini faranno il loro corso, mi auguro che venga fatta chiarezza quanto prima”.