In Val d’Elsa partono i Puc: chi prende il reddito di cittadinanza lavora per la comunità

Diventano operativi in Toscana i Puc, ovvero i Progetti uniti alla collettività in cui saranno impegnati i cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza. I PUC, istituto obbligatorio introdotto dal Governo, sono in fase di start up nei comuni valdelsani di Casole d’Elsa, Colle di Val d’Elsa, Poggibonsi, San Gimignano e Radicondoli attraverso la gestione della Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa. L’attivazione è al momento la prima di tutta la Regione.

“Come in altre occasioni abbiamo scelto di procedere in maniera unitaria – dichiara il presidente della FTSA Alessandro Donati, sindaco di Colle di Val d’Elsa – tramite la Fondazione che gestisce i servizi sociali. Siamo pronti a partire e a concretizzazione questo strumento che consente a chi è destinatario del reddito di cittadinanza di lavorare per la propria comunità. Una occasione di inclusione e di crescita che è attesa con entusiasmo da tante delle persone che saranno coinvolte”.

Tecnicamente i singoli progetti PUC vengono gestiti dalla FTSA e inseriti in un catalogo che viene a sua volta immesso su una piattaforma nazionale. Da questo catalogo ha origine il lavoro di assegnazione del singolo PUC al singolo cittadino che avviene tramite la collaborazione tra assistenti sociali e navigator. “Abbiamo già una vasta gamma di PUC nel catalogo. Si va da progetti di front office a progetti di manutenzione del verde ad attività presso le biblioteche – spiega il direttore della FTSA Nicoletta Baracchini – Si tratta, chiaramente, di un percorso in divenire che ci vedrà aggiungere progressivamente i progetti elaborati dai Comuni, dalla Fondazione stessa, dalla Società della Salute, dal terzo settore. Sia l’approvazione dei progetti che l’assegnazione è conseguente al rispetto di tutti i requisiti chiesti dal Governo. Chiaramente si tratta sempre e comunque di attività di supporto, integrazione, potenziamento dei servizi svolti dai Comuni, dalle associazioni e dagli Enti pubblici coinvolti”.

L’istituto in questione nasce nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale. I beneficiari Rdc sono tenuti a svolgere Progetti Utili alla collettività (PUC) nel Comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16.

A marzo 2020, tramite Decreto Legge, considerata la situazione di emergenza relativa al rischio di diffondersi del virus COVID-19, sono stati sospesi per due mesi gli obblighi connessi alla fruizione del Reddito di cittadinanza, e gli adempimenti legati ai PUC. “Nelle scorse settimane abbiamo ripreso le fila del percorso avviato ad inizio anno – chiude il direttore FTSA – e adesso siamo pronti a partire con la concretizzazione dei primi progetti”. Le prime assegnazioni saranno già nella prossima settimana. Farà seguito l’attività formativa e poi i cittadini coinvolti potranno restituire ore e servizi alla loro comunità.

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