Il vino nel mirino della Unione Europea come prodotto cancerogeno

Continua la bufera in sede europea, contro i prodotti dell’agroalimentare, di cui l’Italia è tra i più importanti produttori. Questa volta sotto l’occhio del ciclone finisce il vino, che rischia di venire contrassegnato come prodotto cancerogeno.

In seno all’ Europarlamento lo scorso febbraio venne costituito un apposito Comitato denominato Beca (acronimo di Beating Cancer, ovvero sconfiggere il cancro), composto esclusivamente da eurodeputati, con il compito di redigere un rapporto finalizzato ad un piano d’azione europeo contro i tumori. Il fascicolo definitivo è stato presentato proprio in questi giorni, in attesa di essere valutato in sede plenaria dall’Europarlamento tra gennaio e febbraio del prossimo anno.

Anche se le decisioni prese dall’Europarlamento non hanno valore normativo, costituiscono la base sulla quale la commissione europea lavorerà alle proposte regolamentari volte a contrastare la diffusione del cancro e la messa al bando degli alcolici (tra cui anche il vino). Secondo quanto evidenzia l’Unione Italiana Vini, questo rapporto si limita a generalizzare sugli effetti del consumo di alcol, senza tracciare un livello sicuro di consumo di alcol quando si parla di prevenzione del cancro.

Ciò mette a forte rischio il futuro di un componente fondamentale della Dieta mediterranea come il vino, che solo in Italia fornisce occupazione a 1,3 milioni di persone. Nel testo del rapporto, che alcuni europarlamentari italiani hanno contribuito ad emendare parzialmente, si incoraggia la Commissione Ue e gli Stati membri a promuovere azioni per ridurre e prevenire danni causati dall’alcool nel contesto di una modificata strategia europea sull’alcool. Le conseguenze di questa politica potrebbero essere disastrose.

I prodotti dovranno essere contrassegnati in etichetta con l’indicazione di “prodotto dannoso per la salute”, con un conseguente grande danno di immagine. Inoltre, il comparto vinicolo potrebbe subire ingenti tagli sui fondi europei destinati alla promozione dei propri prodotti nel mondo. Non ultimo, anche le sponsorizzazioni di eventi pubblici verrebbero vietate, e sarebbero a rischio anche eventi come l’Ecomaratona del Chianti.

“Basterebbe verificare l’ultimo rapporto Eurostat per capire come i Paesi europei con il maggior consumo pro-capite di vino siano contemporaneamente in coda alle classifiche del bere compulsivo. – Ha commentato Paolo Castelletti, presidente di UIV-. Serve ora che le nostre istituzioni facciano quadrato in ogni sede assieme a quelle dei principali Paesi produttori del Vecchio Continente”. Secondo l’istituto statistico Ue, infatti, Italia e Cipro in primis, ma anche Spagna, Grecia e Portogallo sono gli enoappassionati più assidui e allo stesso tempo i meno dediti a consumi pesanti di alcol, prerogativa questa riservata in particolare ai Paesi del Nord Europa.

Stefania Tacconi