Il tempo del Pan co’santi e della tradizione che si rinnova, di padre in figlio

Il vero talento è merce rara e per saperlo coltivare serve bisogna avere rispetto per chi porta avanti una tradizione: avrà insegnato sicuramente questo Lorenzo Rossi del Forno “Il Magnifico” a suo figlio Matteo che ha deciso, per il momento, di percorrere la sua stessa strada. E la mattina quindi si ritrova a lavoro con il babbo, immerso tra le fragranze dei prodotti sfornati. “Vedo che si impegna molto. E fa bene perché questo non è un lavoro ma è un mestiere dove ogni dettaglio racconta qualcosa di diverso”, racconta Rossi. Così ad una storia familiare iniziata settant’anni fa, per iniziativa dello zio, si aggiunge un nuovo capitolo. Intanto “Il Magnifico” è nel pieno della sua operatività, pronto ad accogliere lunghe file di cittadini: in città è tempo di pan co’ santi e Rossi è praticamente il Signore di questa ricetta (il primo però lo fa dopo il Palio d’agosto, quando arriva l’inverno senese, ndr.) . “Solo questa settimana -prosegue- ne abbiamo sfornati duemila: sono numeri impressionanti ed io e i miei ragazzi (chiama così i dipendenti, ndr) stiamo andando avanti con l’adrenalina”. Olio, strutto, sale, pepe, poco zucchero e farina rigorosamente zero: questa la composizione dell’amalgama per un prodotto “che deve essere sempre di prima qualità”, spiega Lorenzo.  “Il mio pan co’ santi ricalca quelle che erano le ricette del passato – aggiunge- e tutti gli ingredienti devono dare qualcosa a chi l’assaggia. L’impasto, con noci e uvetta, deve essere magico”.

L’INTERVISTA COMPLETA