Il podere Il Santo guarda al futuro: “Non disperdiamo il lavoro fatto con i detenuti”

“Il nostro è un progetto che si concentra sul futuro dei carcerati, un tema troppo spesso sottovalutato”. A parlare è Piero Morini, responsabile legale della cooperativa il Santo, l’azienda agricola che gestisce l’omonimo podere che si trova a Monteriggioni. Morini, insieme a ‘Servizio e territorio – Impresa sociale’, dall’autunno del 2020 ha dato vita a questo esperimento, di cui peraltro Siena News aveva già avuto modo di parlare.

“Tutto nasce in seno al ministero – spiega Morini – che, a suo tempo, decide di stringere un accordo con la regione Toscana. Quest’ultima ha quindi prodotto un bando di concorso ed ad aggiudicarselo è stato il comune di Siena, proprio grazie alla nostra idea”. “Il nostro lavoro – prosegue – parte da lontano, con l’obiettivo di dare un futuro alle persone detenute in carcere: invece che lasciarle dietro le sbarre fino all’ultimo giorno della loro pena e poi lasciarle da sole, noi abbiamo proposto un percorso che aiuti le persone a tornare in società”.

Morini, prosegue facendo il punto sull’attuale stato delle cose: “Adesso, dopo quasi due anni il progetto sta volgendo al termine. Il termine del bando, originariamente previsto per il 31 dicembre 2021, è stata prorogato alla primavera 2022. Il nostro obiettivo, adesso, è non disperdere tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi e riuscire, dialogando con quante più persone possibile, a dare continuità a questo bell’esperimento”. Proprio a questo proposito, Morini conclude: “L’appuntamento è per domani, sabato 19 febbraio, con l’evento ‘Apri tutte le porte’, un incontro ci conoscenza e condivisione. Nel corso della mattinata, alla quale parteciperà anche il Cardinale Augusto Paolo Lojudice, sarà dato ampio spazio alle riflessioni sull’accoglienza dei detenuti nella nostra zona, sulle esperienze, i loro bisogni e la progettualità. L’incontro sarà privato, utile proprio ad individuare le giuste modalità di crescita sull’impegno dell’accoglienza dei detenuti”.

Emanuele Giorgi