Il Palio visto con il cuore

Il Palio è la Festa di tutti, anche di quanti, per motivi diversi, non possono viverlo in maniera totale. Eppure non è diverso l’amore, non è diversa la passione, non è diversa l’appartenenza o il sangue che ribolle, a qualsiasi età, in qualsiasi modo. Questo articolo – e quello che leggerete domani – è il modo in cui tutte queste persone raccontano se stesse e il Palio a tutti noi, in maniera speciale, unica, vera. 

Federico Martelli, 30 anni, non vedente dalla nascita è un figlio di Siena devoto alla propria città, al punto da scrivere su di essa un libro: “Siena vista con il cuore”. Dedicato al Palio e soprattutto alla propria contrada, l’Istrice. Grazie anche alla madre Tina che gli descrive da sempre tutto fin nei dettagli e al padre Massimo che gli ha trasmesso la passione per i cavalli, grazie alla propria curiosità e spiccata sensibilità, pochi riescono a descrivere il Palio con lo stesso trasporto di Federico. “Non lo posso vedere, ma lo sento. Sento l’odore del tufo, il suono dei tamburi, le chiarine, la folla che incita il proprio barbero. Mi piace l’attesa, anche se è fatta di ansia”.

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Racconta con nitidezza la carriera del 2 Luglio 2000 “quando ho sentito le grida: ‘è Istrice, è Istrice!’, ho pianto lacrime di gioia. Ero a Palazzo Berlinghieri con la mia amica Simona, il cuore mi batteva fortissimo. Il momento più commovente poi è stato il Te Deum di ringraziamento. Avevo vinto, avevamo vinto”.

Anche per questa carriera di Agosto 2015, le sue speranze non sono riposte solo nella vittoria della propria contrada, ma anche in Rovaio Sauro, il cavallo della famiglia Martelli, ammesso alla tratta.

“Sperando di poter ripetere l’emozione del 16 Agosto 2007  – racconta – quando il mio cavallo Brento ha vinto, per la contrada del Leocorno, con Jonathan Bartoletti detto Scompiglio”.
Quel Palio ha regalato al giovane senese uno dei momenti più belli della sua vita, ma lo ha regalato anche alla storia della città. Restano infatti scolpite nella memoria di molti le immagini del cavallo Brento che, nel giubilo della contrada vittoriosa, china la testa e si lascia abbracciare da Federico.
Perché se è vero che il Palio è la corsa dell’anima, questo è ancora più vero nel caso di chi non può vedere con gli occhi, ma vede con il cuore.

Selene Bisi Fineschi