Il Palio nei secoli – Dagli anni Settanta cambia narrazione ma vince il bello della diretta

Tra i documentari che parlano di Palio uno dei più particolari è datato 1972 e firmato da Folco Quilici: “Siena. Un giorno i secoli”, commissionato dalla banca senese Monte dei Paschi per celebrare il suo 500° anno di vita. In quest’opera il Palio viene presentato come snodo di una vicenda identitaria che intreccia la storia di Siena con quella della Festa e tutt’e due con quella della banca. E’ La storia di una città, di una comunità, in tutte le sue sfaccettature, le sue passioni, le sue creazioni, le sue vittorie e le sue tragedie. Un documentario lungo, di un’ora, con la direzione storica del grande Fernand Braudel e su testi di Roberto Barzanti. Tra i vari riconoscimenti venne selezionato come “film culturale esemplare” al Convegno Internazionale di Aspen (U.S.A.) “The Italian idea”. Tra l’altro il film è stato riedito nel 1982-1983.

Al Palio e ai suoi protagonisti, i fantini, sono dedicati due filmati di Luca Verdone (“Civiltà del Palio” del 1972 e “Son dieci assassini” del 1980) e nel 1983 Paolo Frajese realizza un filmato per Rai2 dal titolo “Per forza e per amore”. Tornano ad affacciarsi su Piazza del Campo anche le macchine da presa degli stranieri, fra i quali Jonathan Darby il quale, nel 1988, realizza, con la consulenza di Alessandro Falassi, un filmato prodotto dalla BBC (“Four days in Summer”) tutto giocato sul fulcro concettuale del Palio come atavica faziosità e rivalità, reso attraverso la metafora dall’antagonismo fra Oca e Torre.

Del resto, oltre ai documentari, la televisione accende le sue telecamere sul Palio fin dal suo anno di nascita, il 1954, per riprendere in Eurovisione la Carriera di luglio di quell’anno e il mossiere Guido Guidarini, ben calato nel “momento solenne”, ricorda ai fantini “Tutta Europa vi guarda: siate degni d’incarnare lo spirito glorioso delle contrade di Siena”.

Da allora l’interesse della televisione per il la Festa senese non si è mai fermato, arrivando a trasformare le prime semplici, scarne telecronache della corsa in un programma destinato alle reti nazionali che occupa una buona parte del pomeriggio paliesco a metà strada fra intrattenimento, inchiesta, interviste e cronaca. Modello, peraltro, ripreso e amplificato, via via nel tempo, dalle reti locali.

Maura Martellucci

Per approfondimenti da leggere: “Il Palio di Siena. Una festa italiana” di Duccio Balestracci (Laterza, 2019), dal quale sono tratte anche queste notizie.

 

si ringrazia per le foto Michele Fiorini e il suo “Ricordi di Palio”