Il Palio dei millennials: la sbandierata come identità e complicità

Lo splendore della seta che danza sotto i raggi del sole è sicuramente una degli elementi più suggestivi dell’ingresso delle comparse in Piazza prima della carriera. Gli alfieri con eleganza mostrano a Siena e al mondo i colori del loro popolo, in modo diverso, ma con la stessa passione, la stessa dedizione e cuore, tra l’orgoglio e la dedizione. “La mia mamma era in palco durante il mio esordio in Piazza, – racconta Claudio Ghezzi – e ricorda che riusciva quasi a vedere il mio cuore che batteva forte da sotto la montura”. La lunga esperienza in Piazza ha poi insegnato a Claudio, alfiere della Contrada dell’Istrice, ad affrontare le sbandierate con lucidità, isolandosi dal contesto stressante della Piazza per riuscire a mantenere alta l’attenzione.

“Dalla bocca del Casato la prima cosa che guardo sono le bandiere di chi sta già facendo la sbandierata a San Martino. Da come si muovono per via del vento ci si può rendere conto a cosa si va incontro. – spiega Claudio – Gli allenamenti servono soprattutto a questo, a poter dare il meglio in qualunque condizione”. La tecnica è fondamentale per eseguire le sbandierate con precisione, eleganza e scioltezza, ma anche la silenziosa e quasi criptata comunicazione e forte intesa tra i due alfieri caratterizzano questa tradizione. Complicità ed intesa che spesso iniziano ben prima dell’allenamento per il Minimasgalano o dell’ingresso in Piazza, spesso di tratta di un’amicizia fraterna tra i due compagni, che oltre alla vita di contrada si ritrovano a condividere la possibilità di onorare il proprio stemma ed il proprio popolo. “Iniziarono gli allenamenti, fino a quando, nel 2013, non ci fu la chiamata da parte degli economi, i quali ci dissero che io e il mio amico e compagno alfiere Guido Cavati saremmo entrati in piazza per entrambi i palii. – spiega Federico Brizzi – L’esordio avvenne il 2 luglio del 2013, quello che per tutti è due era proprio il giorno dopo la maturità”. Federico e Guido, alfiere dell’Onda, hanno continuato così ininterrottamente fino al 2017 con dieci ingressi in Piazza e due vittorie come alfieri.

È una storia che si ripete ogni anno, per ogni palio, una storia fatta soprattutto di condivisione dei momenti della vita, con il compagno alfiere o con il tuo stesso popolo. “Oltre all’entrata in Piazza, uno dei momenti che più ti emoziona è la sbandierata che si effettua davanti alla chiesa dopo la benedizione del cavallo. – racconta Federico – sono entrambi bei momenti carichi di tensione, però forse la sbandierata davanti alla chiesa ti dà qualcosa in più: avere tutti gli occhi dei tuoi contradaioli puntati addosso e affondare nei loro abbracci successivi alla sbandierata stessa per farti forza sono cose che in piazza il giorno del palio non potrai mai avere”.

Clelia Venturi