Il Palio dei millennials: il tamburo e le giovani voci di ritmi secolari

Arriva il momento nella vita di un giovane in cui è necessario fare un passo avanti, una scelta coraggiosa, nella consapevolezza che da lì in poi si può solo contare sulle proprie forze, senza voltarsi indietro, pronto ad affrontare il proprio destino. Infondo è così che entrano in Piazza i tamburini, appoggiando il piede sul tufo mentre aspettano il comando del rullino e non appena arriva escono dal buio del Casato alla luce della Piazza. “La luce della bocca del Casato, mentre stai per entrare, appare diversa e strana. Per quante volte tu possa essere passato di lì, quella luce la vivi solo in quei momenti allora ti rendi conto di essere privilegiato, fortunato a poter rappresentare il tuo popolo, dando il ritmo alla comparsa”.


Racconta così Timoteo Redditi, tamburino della Contrada della Torre, vincitore del Masgalano al suo esordio nel 2014 che dallo scorso inverno ricopre la carica di capotamburo per la contrada insegnando l’arte del tamburo ai ragazzi e occupandosene per tutto l’anno con dedizione. “Insegnare ai ragazzi è impegnativo, ma segna il percorso che fai quando diventi grande che ti fa crescere insieme agli altri, è la passione che ci dà la forza”. Il tamburo è uno strumento difficile, che richiede costanza e impegno, inoltre ha bisogno di attenzioni e di cure che spesso assumono una ritualità particolare, rendendo il tamburo quasi un oggetto sacro. “Il tamburo scandisce il tempo della tradizione stessa oltre la sbandierata in sé – Spiega Valentino Braccino – i passi caratterizzano i vari momenti della festa, dal passo della Diana per esempio al Passo a vittoria”.

Timoteo Redditi

Valentino( foto in evidenza), tamburino della Contrada della Selva, il 16 agosto si appresterà ad entrare in Piazza per la settima volta. Nonostante ciò confessa che l’emozione che vivrà sarà la stessa del suo primo ingresso. “C’è chi dice che il tamburino in Piazza debba andare a tempo col Campanone. – dice Valentino sorridendo -nel proprio intimo ci si può provare, anche se non lo sentirai mai, senti solo le mazze che battono nella pelle del tamburo”. Magari il tamburo non andrà a tempo col campanone, ma una cosa è certa, i nostri cuori vanno a tempo con il tamburo, sia durante l’attesa della carriera assistendo alla Passeggiata Storica che durante il Giro per la festa titolare della propria contrada. “Quando durante il Giro si entra in Piazza dal Chiasso Largo e sento il popolo dietro di me che canta l’inno – spiega Timoteo – io smetto per un attimo di suonare per ascoltarlo, a Siena questa cosa si chiama libidine”.

Clelia Venturi