Il nuovo progetto dell’Università: digitalizzare le tartufaie senesi

Censire e conservare le aree di effettiva produzione del tartufo bianco in provincia di Siena. Si pone questo obiettivo il progetto portato avanti da Giacomo Querci, dottore di ricerca in scienze e tecnologie applicate all’ambiente e territorio, con la supervisione scientifica della professoressa Letizia Marsili, docente di ecologia del dipartimento di scienze fisiche della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena.

 

Ci spiega in sintesi il Progetto che sta portando avanti?

“Il territorio senese rappresenta una delle aree geografiche toscane più produttive del tartufo bianco. Come indicato sia nella legge regionale n.50/95, sia nel piano nazionale della filiera del tartufo 2017-2020, è necessario, alla luce di un diversificato ed intenso sfruttamento del territorio nonché dei repentini cambiamenti climatici in atto, aggiornare ed individuare tutte quelle aree limitrofe ai corpi idrici superficiali, dove il tartufo bianco nasce, cresce e si riproduce, ai fini di una corretta gestione e conservazione a lungo termine”.

Il suo Dipartimento come è stato coinvolto in questo progetto?

“Numerosi comuni del territorio senese dove è stata rilevata la presenza del tartufo bianco (Aree libere e/o Tartufaie “controllate”) erano forniti di un censimento delle aree di produzione, purtroppo un pò datato. Il Progetto è stato ideato, redatto e diretto dal sottoscritto in collaborazione con la professoressa Marsili nel 2017, coinvolgendo alcuni comuni per un primo censimento aggiornato delle aree tartufigene senesi. Nel 2018 è cominciato un rapporto di collaborazione, finanziato dal comune di Castelnuovo Berardenga, per la restituzione cartografica digitale delle aree di effettiva produzione di tartufo ricadenti all’interno dell’area suddetta. A marzo del 2019 i risultati preliminari sono stati esposti in un convegno organizzato a Villa Chigi, in presenza di varie autorità sia Provinciali che Regionali, nonché l’Associazione Tartufai delle Crete Senesi. A breve saranno consegnati i risultati definitivi”.

Quali sono le prospettive future?

“In futuro auspico a tutte le amministrazioni Comunali di fornirsi di strumenti digitalizzati come questo, coinvolgendo e collaborando con una struttura pubblica che opera e fa ricerca anche sul territorio di competenza come il ns. Ateneo; tali strumenti dovranno comunque essere affiancati a quelli cartacei, che, anche se obsoleti, possono fornire dati sullo “status” ecologico delle tartufaie e sono di una più rapida fruizione. Nell’ottica di una gestione sostenibile di queste aree, a titolo esemplificativo, avere un aggiornamento cartografico di tali ecosistemi e il loro stato di conservazione, consentirebbe ai vari Enti preposti alla manutenzione del reticolo idrografico superficiale (cfr Consorzio di Bonifica) di programmare in anticipo, in accordo sia con i privati sia con l’Associazione Tartufai delle Crete Senesi, le opere di manutenzione ordinaria, con piani opertivi “ad hoc” e nel pieno rispetto della L.R. 21/3/2000 n. 39 (Legge Forestale della Toscana”).