Il giornalismo genera (anche) mostri

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Scrivere è un bel mondo. Questo mestiere, di fatti, è costellato da grosse difficoltà, ma altrettante soddisfazioni che spazzano via le notti insonni, gli orari impossibili, le parole che non vengono, le porte in faccia e gli appellativi come “giornalaio” o “pennivendolo” che il lettore usa per manifestare dissenso. Che poi non ho mai capito cosa ci sia di offensivo. Da quando sono approdata a Siena News, in un momento delicato della mia vita, ho potuto godere di tutto questo, di questo bel mondo. Ma presto mi sono accorta che – a volte – la scrittura genera mostri. O meglio, il giornalismo. Una vera e propria fucina di cyborg (non tutti, ovviamente), disposti a tutto pur di arrivare sulla notizia prima degli altri. E’ quello che un po’ mi ha sempre turbata, vedere che non sempre le notizie vengono trattate con umanità e che spesso ci scordiamo che dietro un fatto di cronaca ci sono delle persone. Delle madri, dei figli, delle nonne, dei fratelli che meritano più di tre parole, più di un “s’è data per primi!” che spesso e volentieri fa parte di un personale onanismo.

Buon compleanno Siena News. E grazie a questo giornale e a Katiuscia per avermi insegnato a rispettare la persona oltre la notizia.

Arianna Falchi