Caso Matilde Biancamano, la Lega attacca: “Dalla Regione un comportamento disumano”

La Lega regionale interviene sul caso di Matilde Biancamano la ragazzina 13enne, tetraplegica per un’asfissia neonatale. Matilde avrebbe diritto a potersi andare a curare in Florida a spese del servizio sanitario nazionale ma per delle vicissitudini con la locale Asl non può ancora curarsi( i motivi sono spiegati nel seguente articolo di Siena News). Sulla questione è, come già detto, intervenuta anche la politica regionale.

Il consigliere regionale della Lega Alberti ha incontrato la scorsa settimana il padre della ragazzina di Colle Val d’Elsa, tetraplegica dalla nascita per un errore medico.“La Cassazione ha condannato la Regione Toscana al pagamento delle cure per Matilde, cure fondamentali per la sopravvivenza della ragazzina, che possono essere effettuate solo in un centro specializzato in Florida. Nonostante la sentenza del 29 aprile scorso, la Regione non ha ancora provveduto al pagamento delle spese, e Matilde non può sottoporsi al ciclo di cure che le hanno permesso di migliorare la qualità della propria vita. Ho incontrato – spiega il consigliere regionale Jacopo Alberti – il padre di Matilde la scorsa settimana, mi ha raccontato il calvario che la sua famiglia sta attraversando: oltre alla malattia totalmente invalidante della figlia, i genitori si sono dovuti battere strenuamente contro la Regione, nei tribunali, per 13 anni. La Regione Toscana ha portato questi genitori fino in Cassazione pur di non pagare le spese delle cure. E di fronte alla sentenza, che ha riconosciuto a Matilde il diritto di essere curata nel centro statunitense, la Regione non ha ancora pagato”.

“Sto lavorando a un’interrogazione che possa chiarire i fatti, e le ragioni, per le quali la Regione si è accanita così tanto su una famiglia che già deve affrontare una sfida così grande. Vorrei sapere come mai ancora non si è proceduto al pagamento che è stabilito dalla Corte di Cassazione. Matilde è tetraplegica per colpa di un errore medico commesso in un ospedale della Toscana, e le è stato riconosciuto un risarcimento, che le permetterà di vivere ed essere assistita anche quando i genitori non ci saranno più. Ma – conclude Alberti – come ha stabilito la Cassazione, quel risarcimento esula dal rimborso per le cure della piccola. Mi domando come mai la Regione continui a ignorare tale sentenza, e a negare, di fatto, le cure a una ragazzina”.