Il Bolgheri toscano vince sul Bolgaré bulgaro

Il vino italiano – si sa – è spesso sotto attacco all’estero, e spesso occorrono anni di dure battaglie legali per riaffermare l’autenticità e l’unicità delle denominazioni, che sono un nostro patrimonio enogastronomico e culturale. Come nel caso della Doc Bolgheri, che è stata oggetto di un contenzioso durato ben 5 anni.

A fine marzo l’Euipo, l’ufficio marchi europeo, si è pronunciato dando piena ragione al Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc nel contenzioso contro una delle principali cantine bulgare, il Domaine Boyar che nel 2017 aveva fatto domanda di registrazione del marchio “Bolgaré” nella classe dei prodotti alcolici. L’Euipo ha infatti confermato che la forte somiglianza tra i due nomi può comportare il rischio nel consumatore di associare erroneamente la denominazione italiana al marchio bulgaro, ribadendo la massima tutela delle denominazioni contro ogni tipo di evocazione. Questa decisione può costituire il cardine sul quale si potranno dirimere numerosi contenziosi tuttora in atto, che rappresentano una minaccia per i prodotti del Belpaese.

La vittoria però non era affatto scontata, nonostante il Consorzio di Tutela si fosse subito attivato per presentare opposizione, ed infatti in prima istanza l’opposizione presentata dal Consorzio fu respinta. Per questo nel 2020, come riporta Federvini, fu presentata anche un’interpellanza parlamentare da parte degli eurodeputati Paolo De Castro e Simona Bonafé, stigmatizzando la gravità dell’accaduto, ma fu ribadito in quella circostanza che il compito di giudicare il caso spettasse all’Euipo, che si è finalmente espresso accogliendo l’appello del Consorzio. Questa vittoria è dunque significativa sia per il territorio di Bolgheri, ma anche per l’Italia e per l’intero sistema europeo delle denominazioni, che dopo questa decisione ne esce certamente più forte.

“Ora è chiaro: non può esistere un Bolgheri made in Bulgaria”, così gli europarlamentari Paolo De Castro e Simona Bonafè commentano la decisione a lungo attesa da parte dell’Ufficio europeo dei brevetti di rigettare la richiesta di registrazione del marchio Bolgaré. “Finalmente – proseguono i due europdeputati – è stata data risposta alle nostre preoccupazioni e a quelle dei produttori di una delle eccellenze del Made in Italy vitivinicolo più riconosciute e apprezzate a livello mondiale. Alla vigilia della presentazione del nuovo regolamento europeo sulle indicazioni geografiche, abbiamo la conferma di come il sistema di protezione europeo funzioni. Abbiamo stoppato infatti un chiaro tentativo di usurpazione commerciale da parte di un marchio bulgaro (Bolgaré) chiaramente evocativo dei vini Doc Bolgheri, ma che nulla ha a che fare con quelli che sono considerati tra i migliori vini al mondo”.

Stefania Tacconi