Il 18 agosto le sacre particole ritrovate tornano in San Francesco: stasera le celebrazioni in ricordo dell’evento

Era più o meno l’ora del tramonto, il Vespro, quel 18 agosto del 1730 quando dalla Collegiata di Santa Maria in Provenzano prende le mosse una delle processioni più solenni che la nostra città avesse visto.

Si stavano riportando le Sacre Particole nella chiesa di San Francesco da dove erano state trafugate la sera del 14 agosto. La città scossa decise addirittura di sospendere il Palio. Ma a quattro giorni dal furto sacrilego, dopo il ritrovamento avvenuto nella vicina Collegiata di Provenzano il 17 agosto e dopo che l’Arcivescovo Zondadari aveva indetto solenni cerimonie di giubilo per il recupero e di penitenza per riparare con un rito di riconciliazione pubblica al grave affronto che il Sacramento aveva subito, le particole vengono riportate nella loro “casa”.

La processione e le cerimonie furono di quelle che entrano nella storia collettiva di una città, con tutto il clero, tutte le autorità civili e tutta la nobiltà; con le corporazioni artigiane e una folla immensa di popolo. E così le particole vennero riconsegnate ai frati di San Francesco dove, intatte, incorrotte, sono conservate e venerate ancora oggi.

 

 

Un cronista ha lasciato, in un manoscritto conservato nell’Archivio nell’Insigne Collegiata di Santa Maria in Provenzano, la descrizione dettagliata di cosa vissero i nostri concittadini: “La mattina dunque del 18 del mese d’Agosto si espose pubblicamente, e con solennità all’Adorazione la Sacra Pisside nell’Altar Maggiore di Provenzano (…). Si fece perciò in quella mattina solenne allegrezza con Messa cantata della massima Dignità della Chiesa con tutto il suo Capitolo e Clero e con solenne musica (…)

Vi intervenne gran Popolo, vi fu salva di mortaletti, strepito di trombe e tamburi, infinito numero di Messe e particolarmente vi celebrarono molti (frati) di San Francesco tutti ebbri d’allegrezza per ritrovamento così miracoloso non parendo che si potesse sperare, se Dio non permetteva, che quel cherico innocente mirasse in quella fessura e che il sole in quell’ora molto ajutasse a tale discoprimento che in altr’ora non saria seguito e che in quella cassetta non vi fossero stati i ragnitelli che avessero sospeso in aria molte Sacre particole (…). Alle ore 21 (all’ora del tramonto attuale, n.d.r.) si cantò solenne Vespero (e la processione guidata da) Monsignor Arcivescovo vestito dell’abiti sacri, assistito secondo il solito sotto il baldacchino a 6 mazze, portato da dei gentiluomini si caminò (da Provenzano, ndr) con il Sacrosanto pane Eucharistico dentro alla pisside tenendola in mano alla chiesa di San Francesco. Il vedere la devozione del Popolo, ed il numero delle torcie sì numerabile, cosa che faceva intenerire la gente d’ogni sorte e condizione. Si diceva che non si era mai veduta una simile solennità (…) Giunto il Santissimo Sacramento all’Altare e deposto nella Mensa di esso intonò Monsignore il Te Deum che fu seguito da musicii e dal Popolo e cantato il Tantum Ergo si dette la Benedizione. Finì con somma universale allegrezza la funzione che riuscì di straordinaria consolazione, né si è mai veduta la simile”.

Da allora ad oggi le Sacre Particole sono rimaste incorrotte, lo dimostrano analisi chimiche ripeturte anche in tempi recenti. Un miracolo o, come disse San Paolo II, “è la presenza”.

E oggi si ripetono le celebrazioni per ricordare il Miracolo Eucaristico nella basilica di San Francesco e culmineranno con la Santa Messa Presieduta dall’Arcivescovo Augusto Palo Lojudice alle ore 18 (dovevano essere ieri, ma per un Palio rimandato sono spostate ad oggi che poi, di fatto, come vediamo, è il giorno in cui l’allora Arcivescovo Zondadari le riconsegnò ai frati di San Francesco).

Maura Martellucci