I gittatelli: ‘figli’ del Santa Maria della Scala, con la scala e la croce sul petto

Il 22 marzo 1495, Francesco da Fruosini e sua moglie, mezzadri sul fondo delle monache di San Lorenzo all’Osservanza, prendono per il periodo di allattamento una bambina di due mesi, Lisabetta, abbandonata il giorno precedente nella pila dell’ospedale di Santa Maria della Scala. L’ospedale senese è solito affidare i neonati alle balie esterne subito dopo il loro arrivo e, analizzando una ventina di casi, attestati tra il 2 aprile 1487 e lo stesso mese del 1496, in cui lo scrittore registra sia la data di ingresso sia quella dell’invio a balia, possiamo constatare come sei bambini vengano collocati presso una nutrice il giorno stesso della loro esposizione nella pila, altri quattro il giorno successivo e i restanti entro la settimana.
L’ospedale preferisce far allattare i propri esposti da donne conosciute quali mogli di salariati, di mezzadri, o comunque appartenenti a famiglie che intrattengono rapporti con l’ente stesso, non solo perché danno maggior affidamento, ma anche perché risultano di più agile controllo. Una volta assegnato il neonato lo scrittore del Santa Maria annota nel libro detto delle Balie le generalità della nutrice e del marito -denominato correntemente balio-, compresi la professione e il luogo di residenza, insieme al nome del fanciullo preso dall’ospedale. Ogni esposto ha la propria partita contabile all’interno del registro e in essa viene aperto il conto della rispettiva balia. Di ogni nutrice si trascrivono tutti i pagamenti ricevuti fino al saldo, che non sempre coincide con il termine del baliatico (generalmente fino al terzo anno di età del bambino).
Maura Martellucci
Roberto Cresti