I detenuti di Santo Spirito a servizio dei poveri della Caritas, Suor Nevia: “Bel momento di condivisione”

Chissà se sia la voglia di redimersi dagli errori del passato o più l’intenzione di riscattarsi per un futuro ma l’importante è il presente e l’importante è il gesto: con questo spirito i 70 detenuti del carcere di Santo Spirito hanno preparato ieri un pranzo destinato ai poveri della Caritas di via dei Servi. Un menù a base di riso, pollo e minestra preparato in carcere da un “team di cucina” e servito da tre detenuti che hanno ottenuto l’autorizzazione ad un uscire per l’occasione.

Il gesto solidale dell’iniziativa “Adozione a distanza” è stato voluto dall’arcivescovo Augusto Paolo Lojudice e da Marco Santoro, comandante della Penitenziaria del carcere grazie alla regia del cappellano dell’istituto di pena, Carmelo Lo Cicero.

 

 

“I nostri ospiti erano felici e lo eravamo anche noi – racconta Suor Nevia che da tempo si dedica alla struttura di via dei Servi –. Quando i detenuti sono arrivati con i piatti cucinati nel carcere è stato un bel momento di condivisione”. C’è poi un altro aspetto che spesso viene dimenticato come ha fatto notare Suor Nevia: “I poveri non sono marginalità ma risorse. E in fondo siamo tutti uguali, anche noi nei nostri limiti scopriamo la nostra povertà”. Ecco dunque il valore di giornate simili. “Mi ha colpito soprattutto che i detenuti abbiano voluto rispettare le abitudini e i gusti dei diversi pakistani presenti da noi”.

Un detenuto proveniente dall’Ucraina ha infatti deciso di preparare per l’occasione un piatto tradizionale pakistano: “Oggi per me è un giorno importante – ha detto – voglio portare un po’ di felicità a tutti e far sentire a casa anche i tanti pakistani presenti nella struttura. Ho quindi preparato, grazie all’aiuto di un ragazzo del Pakistan, un loro piatto. Fare qualcosa per le persone in difficoltà è per me molto importante perché nel passato ho sbagliato e sento di dover recuperare. Quello che vorrei per il 2023? Che finisse presto la guerra in Ucraina e che tutti finalmente possano tornare a stare bene”.

Martina Ciliani