I cavalli che salvano i cavalli: la clinica del Ceppo

Molte favole iniziano con “c’era una volta”, forse anche questa.

C’era una volta un giovane veterinario che decise di specializzarsi nella cura degli animali più belli del mondo: i cavalli. Quel veterinario studiò, si impegnò affinché ogni giorno potesse essere un’alba nuova per la cura equina. Si rammaricava di sentire sempre le solite tristi storie. Ci doveva essere un’ alternativa, qualcosa di nuovo da scoprire. Il suo operato fu rivolto primariamente a salvare più animali possibili. Si batteva contro i più comuni stereotipi, che consideravano i cavalli fratturati come carne da macello. La massima pietà era quella di sopprimere: vite destinate o alla corsa o alla morte

Nasce su queste solide convinzioni, nella nostra più che unica Siena, la clinica veterinaria del Ceppo. Fanno sacrifici immensi i genitori di quel giovane veterinario, ragazzo dalle mille grandi idee. Forse Lina e Cesare avevano molti timori in cuor loro, ma è immenso l’amore per i figli, specialmente se quest’ ultimi dimostrano ardore, dedizione ed impegno in quello che fanno. Come i colori della balzana, il bianco e il nero, che mostrano la dicotomia eterna tra giorno e notte, così Siena diviene madre di una struttura dove i cavalli trovano la loro massima protezione, cura e rispetto.

Sono questi i valori che spingono ogni giorno l’equipe veterinaria del Ceppo, nella loro missione non solo di curare, ma di prendersi cura. Il benessere diviene il fulcro primario e sembra che anche l’aria, che si respira in quei verdi luoghi, trasudi questa nuova, ma anche antica, concezione: un occhio sempre rivolto alla senese “securitas” ma lo sguardo verso l’innovazione. Come in tutte le belle novelle che si rispettino, si arriva sempre ad una fase di acme, eccitante, ricca di suspense, che lascia a bocca aperta il lettore. Allora succede, che il racconto sembra quasi rallentare, per poi fermarsi e quando meno te lo aspetti, c’è la sorpresa. Il veterinario, capisce che deve arretrare. Per diventare ancor più attore principale della scena, occorre essere, suo malgrado, una semplice comparsa, reclusa nelle retrovie di una quinta scenografica ormai ben strutturata sull’ unico soggetto: il cavallo.

Dalla smisurata e paludosa Camargue i grandi e pacifici equini, affrontano il Viaggio. Arrivano nelle dolci colline senesi, alle pendici della Montagnola. Tra terra rossa, castelli, pievi e ville patrizie sono curati, nutriti e controllati. E’ una vita all’aria aperta tutto l’anno, che li rende ‘baluardi immunitari’. Si chiama ipogammaglobulinemia, quella sindrome che uccide i puledri appena nati, impedendogli di sviluppare le forze necessarie per alzarsi e nutrirsi con il latte della madre. La sola possibile scelta è quella d’ infondere un concentrato d’immunocomplessi, già formati da altri equini, per poterli salvare. Nasce in quest’ ottica, unica in Italia, un’azienda, una mission, qualcosa di più rispetto alle semplici cure veterinarie. In questa ricerca ci si spinge anche all’ utilizzo delle cellule staminali, per la rigenerazione dei tessuti. Sono queste le silenti realtà senesi. Troppo misconosciute. Poco pubblicizzate. Non c’entrano niente il marketing, le strategie economiche, le polemiche sterili. Qui abita solo il rispetto, la tutela e la passione.

Sono i cavalli che salvano i cavalli.

Alla clinica del Ceppo, poco lontana dalla città, li potrai vedere. Anche lì abita il cuore di Siena e del suo Palio. Si scrive ogni giorno una fiaba in bianco e nero, dove tutti vissero felici e contenti.

Dedicato a Lina e Cesarino Ciampoli.

Alla clinica del Ceppo, poco lontana dalla città, li potrai vedere. Anche lì abita il cuore di Siena e del suo Palio. Si scrive ogni giorno una fiaba in bianco e nero, dove tutti vissero felici e contenti.

M. Lì V.