Green pass e contrade, il lavoro delle società. Marini (Selva): “Un forte strumento per incentivare la vaccinazione”

Sono ormai trascorse più di due settimane da quando il Green pass, ovvero la certificazione verde, che attesta che il soggetto è in possesso della vaccinazione o di un tampone effettuato entro 48 ore se rapido o 72 ore se molecolare, è entrata ufficialmente in vigore. Da allora nuove regole sono entrate a far parte delle nostre vite, senza il documento non si sosta nei bar e nei ristoranti, non si prende parte a eventi pubblici o privati e non si entra nei musei e nelle palestre. Una nuova regola entrata in vigore in Italia ma anche in tutta Europa verso cui anche le contrade si sono dovute adeguare. Dal 6 agosto, infatti, non è possibile fare cena al chiuso se non si è in possesso del Green pass, non si possono effettuare i turni nelle cucine e nei bar delle società. Alcune contrade hanno deciso, inoltre, di estendere l’obbligatorietà del Green pass anche per effettuare il consueto ‘giro’.

“Per il momento – spiega Stefano Marini, priore della contrada della Selva – non abbiamo dovuto richiedere grande attenzione, visto il continuare della bella stagione e la possibilità di effettuare cene all’aperto. Sia io che il presidente di società, però, saremo pronti a far rispettare le regole sin dal primo momento in cui la stagione non ci consentirà di usufruire degli spazi aperti. Trovo che l’istituzione del Green pass sia uno strumento utile per il controllo oltre a incentivare la vaccinazione dei senesi e contradaioli. Al momento la vaccinazione è l’unica arma che abbiamo per combattere l’emergenza sanitaria e tornare alla nostra normalità”.

L’estate sta volgendo al termine e il timore di molti è quello di rivivere una situazione analoga a quella vissuta dalla fine del 2020 fino a maggio 2021, ovvero di un’alternanza tra zone rosse e arancioni che non consentirebbero alle contrade di tenere aperte le porte delle società. Un anno sicuramente duro per Siena e per le contrade che da ottobre 2020 hanno visto chiudere le società fino alla fine della primavera.

“La speranza è quella di continuare così – continua il priore – le contrade dovranno lavorare sui danni inflitti dal Covid-19. Nonostante le aperture c’è chi ancora continua a non frequentare la contrada per paura del contagio, oppure perché, purtroppo, l’emergenza sanitaria ha innescato una sorta di disabitudine. Questo forse è il nodo cruciale della situazione, adesso ci dovremo concentrare sul nostro popolo soprattutto sulle generazioni più fragili come gli adolescenti e i giovani, che rischiano di perdere il senso di appartenenza della contrada”. “Il messaggio che mi sento di mandare – conclude – è quello di confermare con i fatti ciò che abbiamo sempre affermato: le contrade sono più importanti del Palio. Nonostante questo periodo duro non dobbiamo perdere il senso di appartenenza alla contrada, continuando a frequentare. Le contrade sono davvero più importanti del Palio. Adesso, più che mai, è il momento di dimostrarlo”.

Niccolò Bacarelli

Di seguito la video intervista