Gli studenti del DAS in piazza con i lavoratori

Gli studenti del DAS_Dimensione Autonoma Studentesca sono scesi ancora una volta in piazza a fianco dei lavoratori della fabbrica Whirlpool, che nella giornata di ieri luned’ 26 marzo hanno indetto due cortei, uno per ogni turno lavorativo, per ribadire l’importanza dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, messo seriamente a rischio dalla riforma del lavoro presentata dal Governo.

Siamo fermamente convinti infatti che ora più che mai sia necessario unire le nostre lotte, per creare un fronte unico e di massa contro questo Governo Monti e contro gli attacchi che esso sta portando alle fascie più deboli della popolazione.
Se dovessimo con un solo tratto di penna spiegare il senso dell’attacco frontale allo statuto dei lavoratori e, nello specifico, all’articolo 18, diremmo così: per Monti e compagnia cantante ogni causa di licenziamento è intrinsecamente giusta, quali che siano le ragioni.
Perché il padrone deve poter disporre a proprio piacimento, dunque senza fastidiosi condizionamenti interni o esterni, di tutti i fattori della produzione e, soprattutto, della forza lavoro. Sulla base di questa cultura basata sulla supremazia dell’impresa, i lavoratori devono entrare nel processo produttivo come puri fattori della valorizzazione del capitale, spogliati di diritti che possano interferire con la governance dell’impresa, a partire da quello di essere reintegrati nel posto di lavoro. E’ dunque il concetto stesso del lavoro come elemento costitutivo della personalità e della dignità della persona (come chiaramente scritto nella nostra Costituzione) ad essere attaccato, essendo esso totalmente estraneo alla cultura dei timonieri della politica italiana e continentale, perfettamente inseriti nel potere finanziario che ha ormai assunto in sé ogni reale leva di comando. Mai come nel tempo presente il pensiero unico ispirato al liberismo più spinto ha abbandonato ogni argine democratico per proporsi come puro dominio di classe.
Dominio che si è manifestato e continua a manifestarsi anche all’interno dell’Università, bersaglio lo scorso anno dell’assurda riforma Gelmini, che ha portato -tanto per citare un solo, ma comunque ben rappresentativo, punto- ad una profonda modifica della governance delle Università, in favore del Consiglio di Amministrazione,  composto per la maggior parte da membri esterni e privati. Così l’Università si è trasforma definitivamente in impresa, che può decidere di chiudere corsi e sedi, assumere professori oppure no, il tutto guidato dall’ottica della sostenibilità (finanziaria) che nasconde il vero fine: il profitto! Dominio di classe che continua a manifestarsi anche con questo Governo che ha proposto, giusto pochi mesi fa, l’abolizione del valore legale della laurea, provvedimento che cela dietro di sé il chiaro tentativo di rafforzare importanti Istituti privati a discapito di piccole università pubbliche. Rendendo così inaccessibile l’istruzione alle classi meno abbienti, cancellando ogni possibile strumento di ascesa sociale ed emancipazione economica e creando una classe dirigente ad hoc, indottrinata secondo criteri prestabiliti dalle banche, dall’alta finanza, dai gruppi di potere fautori di questo stesso capitalismo.
Quasi che il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, l’impoverimento sociale e culturale, il sacrificio dei diritti, la spaventosa divaricazione delle diseguaglianze, l’abdicazione della democrazia in favore di un’oligarchia tecnocratica priva di legittimazione popolare recassero lo stendardo del progresso, rappresentassero il futuro dell’umanità.
Sì, il mondo è cambiato. In peggio. Per questo è necessario combattere. Per cambiarlo di nuovo, INSIEME, perchè la lotta è unica, prima che la crisi divenga il detonatore di un massacro dei diritti e della libertà!