Gli esperti dell’Asl Toscana sud est spiegano come proteggersi dal sole senza rinunciare all’abbronzatura

Con l’inizio dell’estate e la curva epidemiologica del covid che lentamente si abbassa, dopo mesi di limitazioni c’è sempre più voglia di mare e di sole. Che vacanza sia allora, ma sempre facendo attenzione ai rischi per la salute connessi alla stagione. In particolare il lungo periodo di lockdown e l’aumento delle temperature possono indurre a comportamenti imprudenti.

I dermatologi della Asl Toscana sud est rinnovano, come ogni anno, l’appello a seguire le buone pratiche per una esposizione al sole, in modo da ridurre il rischio immediato, come scottature e colpi di calore, e a medio e lungo termine, come il danno cronico solare e le conseguenti degenerazioni della pelle. La platea di persone, che deve porre particolare attenzione, comprende i bambini piccoli, gli anziani, i disabili e coloro che seguono terapie farmacologiche fotosensibilizzanti o terapie immunomodulanti come, ad esempio, i pazienti sottoposti a trapianto. Ad una adeguata esposizione al sole deve corrispondere una corretta fotoprotezione, ovvero adottare precauzioni per proteggersi adeguatamente dai raggi ultravioletti del sole, causa principale dell’invecchiamento precoce della pelle e di molte patologie cutanee, tra cui i tumori, oggi sempre più frequenti. Si consiglia pertanto di:

  • Evitare di mettersi al sole nelle ore centrali della giornata (11-16) e comunque mai troppo a lungo;
  • Utilizzare sempre fotoprotettori (creme solari) almeno con fattore medio o alto (20-50) e applicarli frequentemente, anche dopo il bagno, scegliendoli in base al proprio fototipo;
  • Non usare prodotti fotosensibilizzanti (profumi, cosmetici, ecc.);
  • Fare attenzione alle superfici riflettenti quali l’acqua e la sabbia asciutta, neve, ma anche a superfici come la vetroresina delle barche;
  • Nelle ore di sole a picco, indossare indumenti schermanti (t-shirt, cappello, occhiali da sole), ripararsi all’ombra, ricordando che questo comunque non riduce completamente l’intensità del sole.

Allo stesso tempo, è parimenti importante sfatare alcune false credenze: il tempo nuvoloso non ripara del tutto dai raggi UV e l’applicazione di creme solari non giustifica un’esposizione al sole eccessivamente protratta.
Particolare attenzione va riservata al tema ‘bambini’. Paolo Bartalini, responsabile della branca di Dermatologia della sede di Siena, spiega: “L’esposizione diretta va evitata nei primi 6-12 mesi di vita. Le scottature infantili sono un fattore di rischio primario nello sviluppo del melanoma in fase adulta. Il bambino piccolo presenta una immaturità delle ghiandole sudoripare ed è quindi più esposto al rischio di colpi di calore, così come il suo organismo e il suo sistema immunitario cutaneo non sono ancora adeguati in modo da difendersi dai danni di una eccessiva esposizione ai raggi solari”. Altra considerazione da aggiungere è sulla ridotta produzione e concentrazione di melanina. “Il fatto che la cute dei bambini assorba circa il triplo della radiazione solare rispetto a un adulto -aggiunge il dottor Bartalini- ha come conseguenza la maggiore probabilità di eccessivo assorbimento e il maggior rischio di ustioni. Inoltre i bambini perdono molta più acqua rispetto all’adulto attraverso la cute, la cosiddetta Tewl (Trans epidermal water loss). Ne consegue un rischio accentuato di disidratazione”.

Attenzione elevata, poi, alla popolazione anziana. “Quando la temperatura è particolarmente elevata, anche senza essere direttamente esposti, gli anziani sono facilmente soggetti ai colpi di calore -comtinua il dottor Bartalini-. Quindi anche qui la prevenzione è d’obbligo. I sintomi del colpo di calore sono simili a quelli di uno svenimento, tra i quali mal di testa, debolezza, nausea, confusione mentale. Per cautelarsi, si raccomanda di non uscire nelle ore più calde del giorno, rimanendo in ambienti refrigerati da ventilatori o condizionatori e rinfrescarsi di tanto in tanto con bagni o docce. All’esterno, è buona norma indossare indumenti leggeri, chiari, idratandosi adeguatamente con l’assunzione di abbondante acqua, verdura e frutta fresche”.

“Un ultimo capitolo -conclude il dottor Bartalinic è riservato alle persone tatuate; tale pratica è sempre più diffusa e quindi non può essere tralasciata. I rischi possono essere suddivisi in fisici e chimici. Il rischio fisico è legato alle temperature cutanee, che sono nettamente più elevate e portano a una degenerazione soprattutto del derma. Questo vale in particolare per il colore nero, che si ottiene da ossido di ferro nero, tuttavia addizionato da sostanze che ne possono prolungare la persistenza nel tempo. Vi sono poi rischi chimici legati alla presenza di metalli pesanti quali il mercurio per il colore rosso, il cadmio per il verde e il cobalto per il blu. Ma il rischio forse più subdolo è legato a colori ottenuti con aniline e acridine, che sono composti fotosensibilizzanti e il cui comportamento è assolutamente imprevedibile in caso di esposizione. Quindi sì al sole, ma con molta prudenza e con cognizione delle proprie caratteristiche personali”.