Festival tra arte e fede, Di Bello: “Diamo risposte alle inquietudini del nostro tempo”

“Potremmo definirla spirito dell’arte, ma anche arte dello spirito”. Così Stefano Di Bello, responsabile Opera Laboratori, riassume i propositi che animano “Pace, bellezza e pienezza – festival tra arte e fede”, l’evento che sta animando Siena in queste serate. La manifestazione, il cui titolo riprende una citazione tratta dal capitolo VI, 53 dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, è stato inaugurata mercoledì 7 settembre da padre Bernardo Gianni e si concluderà domenica con l’intervento di Johnny Dotti. Tutto il programma, infatti, ruota attorno a quattro appuntamenti-evento serali, che si svolgono in piazza Duomo.

“Questo Festival è una prima forma di nuova comunicazione per una realtà sulla quale stiamo lavorando da molto tempo, cioè la volontà di unire aspetti artistici e di spirito – spiega ancora Di Bello -. Abbiamo voluto presentare insieme all’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino e all’Opera della Metropolitana, questo nuovo format per dare voce a dei relatori che ci stanno dando delle risposte alle inquietudini che questo tempo ci consegna”.

“Risposte – aggiunge Di Bello – che arrivano attraverso, come anticipa il titolo del festival, pace, bellezza e pienezza. Vogliamo consegnare una nuova realtà di qualità, non più misurabile, a una dimensione non solo di fede ma anche di espressione artistica di cui tutti sentiamo il bisogno. Stasera Riccardi parlerà dei “percorsi di fraternità” per inquadrare una nuova realtà di Chiesa e nella serata conclusiva Johnny Dotti, sociologo ed imprenditore sociale, parlerà di tornare ad abitare la vita”.

“Il festival si concluderà con una celebrazione eucaristica del nostro Cardinale nella pieve di Sant’Antonio al bosco. L’evento non è legato solo al centro della città ma, come ci ha ricordato l’abate di San Miniato al Monte, è necessario dislocarsi, prendere il largo e andare verso una nuova dimensione nella quale c’è inquietudine ma c’è anche la capacità di trovare il necessario silenzio per ascoltare il vero silenzio”.

Emanuele Giorgi