Fase due, la protesta di Sena Civitas: “Il Governo non ci può trattare come sudditi”

Non siamo sudditi, vogliamo regole chiare e vogliamo iniziare a lavorare per il bene del nostro paese. Sono due lettere di fuoco quelle scritte dai membri del gruppo politico Sena Civitas e dall’ex-consigliere regionale Claudio Marignani. Le lettere sono indirizzate al Prefetto di Siena Armando Gradone e mettono sul banco degli accusati il Governo giallorosso e le misure adottate nell’ultimo Dpcm. Sena Civitas ha parlato di “inaudita compressione delle libertà individuali ottenuta attraverso metodi non democratici, incostituzionali” e di un Esecutivo che, nonostante i “60 giorni di sacrifici e di privazioni imposti agli italiani con mezzi giuridici discutibili, senza un reale dibattito e avallo da parte del Parlamento” ha di fatto deciso “la prosecuzione del lockdown al Paese”

“Appiattirsi sul parere degli esperti attenua i rischi personali , ma non sempre fa coincidere le scelte con gli interessi collettivi e modalità operative razionali”, si legge nella lettera di Marignani che prosegue “Signor Prefetto, ciò che è sottostante al Dpcm non mi sembra possa riconoscersi in questi principi e molti comportamenti e atteggiamenti richiamano più brutte storie passate che momenti di orgoglio. Orgoglio che ritrovo invece nei comportamenti dei cittadini, nella pazienza di imprenditori, professionisti, famiglie, di sottostare a regole “forse dettate dalla fretta”

“Gli italiani hanno fatto e stanno facendo sforzi eroici”, afferma Sena Civitas a cui fa eco Marignani che parla di un orgoglio italiano che si trova “nei comportamenti dei cittadini, nella pazienza di imprenditori, professionisti, famiglie, di sottostare a regole “forse dettate dalla fretta”. Lo stesso Marignani spiega come ancora vengano procastinate delle vere “assurdità” come il fatto che “lo Stato non copre l’affitto di ambienti tenuti in locazione ma a cui è impedito l’accesso – prosegue-;nei luoghi di culto, a prescindere dalle dimensioni e dal possibile rispetto delle norme, non si possono fare celebrazioni e anche per i funerali (a prescindere dal numero di parenti di primo e secondo grado – come se si dovesse procedere ad un sorteggio) , vengono posti limiti a 15 persone”.

“Ci rivolgiamo quindi a Lei affinchè trasmetta questa nostra istanza al Governo e faccia sentire lo sdegno di un popolo che va rispettato, nella sua storia e nella sua dignità. Non ci stiamo ad essere sudditi, vogliamo e dobbiamo lavorare per rimettere in sesto il nostro Paese!” . Questa la richiesta di Sena Civitas mentre Marignani spiega che in altre nazioni colpite da coronavirus, si cerca la conciliazione tra le varie esigenze e le necessità “con grande senso di responsabilità e forse minor numero di consiglieri”, per cui l’appello  al Prefetto Armando Gradone è per far si che” molte evidenti approssimazioni, trovino risposte che, in alcuni casi, se non presenti, potrebbero forse aprire contenziosi”.