Fase due, in Toscana la cassa integrazione viene anticipata dalle Poste

All’anticipo della cassa integrazione e degli altri ammortizzatori per dipendenti legati all’emergenza Covid ci pensano in Toscana le banche ed ora anche Poste Italiane. L’intesa che la Regione ha firmato quasi un mese fa, il 14 aprile, con ventiquattro tra i più diffusi istituti presenti, si allarga: ancora una volta senza alcuna spesa e senza interessi a carico dei lavoratori, meglio dunque dell’accordo nazionale che prevede invece un’apertura di credito solo ‘alle migliori condizioni possibili’.

Poste non fa parte di Abi, l’associazione delle banche, e per questo non aveva aderito al primo accordo. Ma sono tante le persone e i cittadini che hanno un conto corrente o una carta prepagata presso Poste con accredito dello stipendio. Anche loro adesso potranno così approfittare dell’occasione e farsi così anticipare l’assegno di integrazione al reddito senza attendere che Inps paghi, laddove magari l’azienda per cui lavorano non è in grado di farlo perché a corto di liquidità dopo la chiusura forzata di questi mesi. La giunta ha dato il via libera al nuovo protocollo lunedì e ieri l’intesa è stato firmato

“Grazie alla disponibilità di tutti abbiamo raggiunto un ottimo accordo, migliore peraltro di quello nazionale – sottolinea l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli – e stiamo lavorando per diffonderlo il più possibile. Pensiamo infatti che in molti lavoratori ci sia l’esigenza di poter disporre dell’assegno Inps senza dover aspettare due mesi. In un momento così difficile non vogliamo lasciare solo nessuno e ringrazio i vertici di Poste per la scelta di aderire anche loro all’accordo”.

Per rivolgersi a Poste (come a tutte le altre banche) basta che l’azienda abbia presentato domanda per usufruire dell’ammortizzatore – l’intesa riguarda quelli erogati da Inps – e che la stessa azienda abbia optato per il pagamento diretto da parte dell’istituto di previdenza. Non c’è da attendere l’esito della domanda e non serve altro. Il lavoratore è sufficiente che alleghi alla richiesta la dichiarazione dell’azienda, con indicazione dell’importo della quota di integrazione salariale spettante in modo che questa possa calcolare l’anticipo dovuto. Non è necessaria né l’autorizzazione della Regione né la presentazione dei modelli SR41 all’Inps. L’intesa firmata in Toscana prevede del resto u na tripla garanzia: quella del lavoratore chiamato ad estinguere il debito residuo che eventualmente rimanesse dopo il versamento dell’assegno, quella dell’azienda che potrà rimborsare la banca con i successivi stipendi del lavoratore e quella, in ultima istanza, del fondo di garanzia che sarà attivato dalla Regione.

Tecnicamente si tratta di un’apertura di credito in una unica soluzione fino a 1400 euro. Sono all’incirca due mensilità anticipate di Cigo, Fis, Cig in deroga e Cisoa, ovvero i vari ammortizzatori sociali, diversi a secondo del settore e del tipo di impresa, coperti dall’intesa.