Falsa residenza per percepire il reddito di cittadinanza, cinque denunciati

Dichiarazioni false per ottenere il reddito di cittadinanza. Cinque casi tra loro in comune, ma che sono stati scoperti e hanno fatto scattare le denunce
e il conseguente iter per la revoca del beneficio. Vita sempre più dura per i cosiddetti “furbetti del reddito di cittadinanza”.

Sono 5 le persone denunciate a Chiusi perché intascavano il contributo pur non avendo i requisiti necessari. L’attività investigativa è stata condotta tra il mese di marzo e quello di settembre 2022 dal personale della Stazione Carabinieri di Chiusi Scalo, congiuntamente a quello del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Siena, al termine della quale hanno denunciato, per truffa ai danni dello Stato 5 cittadini di nazionalità straniera, di cui due con precedenti di polizia. I contributi illecitamente percepiti dal 2019 ad oggi ammontano ad oltre 53mila euro.

I militari, attraverso la sinergia investigativa con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Siena, gli uffici territoriali dell’Inps, gli uffici anagrafe di numerose cittadine italiane ed acquisendo copiosa documentazione presso i Centri Assistenza Fiscale dei Comuni di Roma, Siena e Chiusi depositari delle istanze, hanno vagliato le posizioni di numerosi percettori, verificando i requisiti richiesti per il reddito di cittadinanza, facendo emergere molteplici irregolarità. All’atto della domanda i soggetti, due uomini e tre donne tutti di origine straniera e di età compresa tra i 33 ed i 70 anni, avrebbero reso false dichiarazioni, omettendo volontariamente di comunicare informazioni ostative alla concessione del beneficio.

In particolare, dalle risultanze investigative, sono emerse false attestazioni da parte dei responsabili che dichiaravano falsamente di essere residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in maniera continuativa.

Gli esiti dell’attività investigativa sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena e all’Inps per l’interruzione dell’elargizione del sussidio e per il recupero delle somme indebitamente percepite.