Fa la quarta dose a dicembre, ma riceve il Green pass solo oggi: “Grazie ai media”

Aveva fatto quattro dosi di vaccino, l’ultima il 22 dicembre, ma ha dovuto aspettare sei settimane per ottenere il Green pass, e poter così tornare alla vita di sempre. Questa è la storia di Romina Kenzhegulova, ragazza kazaka, che insegna da alcuni anni il russo all’associazione ‘La Casa della Pace di Siena Aps’. Romina aveva effettuato due dosi di vaccino Sputnik-V nel suo paese, per poi ripetere il ciclo con Moderna alle Scotte di Siena. Tuttavia, tutto ciò non è bastato, dal momento che, forse per un errore di trascrizione, non è risultata vaccinata per settimane. E così, nel periodo intercorso tra la metà di dicembre ed oggi, Romina non ha potuto frequentare l’Università per Stranieri di Siena, prendere un caffè al bar, fare volontariato, uscire a cena, né tantomeno lavorare o divertirsi.

Adesso, grazie all’intervento dell’Asl il green pass è stato sbloccato. “Nel caso della signora Romina Kenzhegulova, – ha reso noto proprio l’Azienda Usl – dopo la vaccinazione si è verificato un problema informatico di registrazione del luogo di residenza, che ha di fatto bloccato l’emissione del Green pass. La posizione è stata adesso aggiornata e non ci sono più ostacoli all’emissione del documento da parte del ministero, nei tempi previsti per l’elaborazione della pratica”.

Nella protagonista di questa disavventura, che ora sembra essersi risolta a lieto fine, resta, la consapevolezza che questo risultato è dovuto in gran parte alla risonanza che il suo caso ha avuto sui media, nazionali e non, come dice lei stessa: “Non credo che si sarebbe mai sbloccata questa situazione senza l’intervento dei mezzi di comunicazione. Devo ringraziare tutti coloro che si sono interessati al mio caso”. “Un altro grande ringraziamento – conclude – va alla ‘Casa della pace’, ed in particolare al mio capo, Giacomo Andrei: senza il suo aiuto non sarei stata mai in grado di muovermi e far sentire la mia voce”.

La diretta interessata, aveva anche scritto una lettera che riportiamo integralmente:

Sono Romina. Ad aprile 2021 sono rientrata nel mio paese, da Siena, e ho ricevuto la prima dose del vaccino russo “Sputnik V”, dopo tre settimane ho ricevuto la seconda dose. A maggio 2021 sono ritornata in Italia, ed a partire da agosto ho iniziato ad avere problemi, perché lo Sputnik non è mai stato riconosciuto in Europa. Ho cominciato ad informarmi su come potessi ottenere la certificazione verde, chiamando l’Asl e il Ministero della salute, ma mi è stato detto che purtroppo l’unica soluzione era aspettare 6 mesi per poi rivaccinarmi con il vaccino che è stato approvato dall’Ema. Il 24 novembre 2021, presso l’ospedale Santa Maria alle Scotte, ho ricevuto la mia prima dose del vaccino Moderna, ho anche comunicato al medico che già ho due dosi dello Sputnik e mi è stato detto che devo comunque fare il ciclo vaccinale completo. Dopo 15 giorni, com’è scritto sul sito del Ministero della Salute, avrei dovuto ottenere il mio primo Green Pass, purtroppo non mi è mai arrivato. 

Il 22 dicembre 2021, sempre presso l’ospedale Santa Maria alle Scotte, ho ricevuto la mia seconda dose del vaccino Moderna. Il fatto che il primo Green Pass non arrivasse già mi faceva un po’ preoccupare, perciò sono andata in segreteria per informarmi, dove la signora mi ha spiegato che non si occupano di queste cose, ma comunque di stare calma, che sarebbe arrivato a breve. Così sono passati i giorni, ma il Green Pass non risultava, ed io ho sempre continuato a chiamare il numero verde 1500, attenendo circa 20-30 minuti in linea per parlare con un operatore, che era sempre troppo occupato. Mi è sempre stata detta la stessa cosa, che facevano la segnalazione e che avevano problemi tecnici. 

La situazione epidemiologica è peggiorata di giorno in giorno, il governo era costretto a mettere più restrizioni per la gente non vaccinata, anzi, non si parla più del vaccino, ma del Green Pass, che per qualche motivo amministrativo non me lo rilasciano. Sono completamente disperata, sono dovuta andare a fare la denuncia all’ Arma dei Carabinieri, ma purtroppo ancora non è cambiato niente. È ormai  il secondo mese che cerco di sopravvivere senza la certificazione verde, rinunciando completamente alla mia vita sociale, dicendo sempre di no ai miei amici quando mi invitano a cena o anche a fare una semplice serata in centro. Ma figuriamoci, non posso neanche prendere un caffè al bancone del bar.

Sono anche una volontaria dell’Associazione Casa della Pace Aps di Siena e mi piacerebbe continuare a darmi da fare, perché mi piace, e vedere persone, e fare una vita normale: voglio studiare, lavorare, vedere persone: sono un essere umano e vorrei solo riavere la mia vita. Ho fatto tutto quello che dovevo fare. Paghi chi ha sbagliato: non io! Un errore, forse di trascrizione, ha sequestrato la mia vita. Aiutatemi ad uscirne!