Fa il pieno di benzina e scappa: nei guai ingegnere senese

L’occasione fa l’uomo furbo ma alle volte non abbastanza e,talvolta si può rinunciare a tutto eccetto che alle tentazioni, secondo il noto aforisma di Oscar Wilde. Così ci siamo chiesti come i gestori di alcuni distributori di carburante molto trafficati, magari sulle tangenziali delle grandi città, possano consentire che il cliente di turno, del quale non sanno nulla,effettui il pieno in autonomia col rischio che sparisca senza saldare il conto. Come si possono gestire tanti clienti in queste condizioni? Probabilmente il rischio è compensato dal risparmio sulla manodopera. Pochi operatori sgamati possono tener sotto controllo diversi utenti, magari con l’occhio clinico di chi sa individuare in anteprima chi possa creare problemi e deve essere tenuto d’occhio. Fatto sta che giusto ieri a Siena in Viale Toselli qualcuno ha fatto il furbo per davvero. Dopo aver effettuato il pieno al self service, essendo il titolare della stazione di servizio affaccendato a servire altri clienti, ha messo in moto la propria autovettura e si è eclissato inopinatamente. Le urla e le recriminazioni della vittima non hanno prodotto effetto alcuno, perdendosi nel vuoto. Quasi tutti i distributori sono però dotati di telecamere e in questo caso hanno funzionato molto bene. Così, dopo aver ricevuto una denuncia/querela per il furto di quel carburante, anche se ci troviamo al limite con l’appropriazione indebita, i Carabinieri di Sovicille hanno acquisito e visionato i filmati del circuito interno di videosorveglianza. È così che hanno potuto individuare con certezza modello e targa della macchina e l’atteggiamento furtivo del cliente che a più riprese guardava in direzione del benzinaio, in maniera da individuare il momento giusto per potersi rapidamente eclissare. Non si era trattato di un momento di distrazione ma di un atto premeditato. In breve tempo l’astuto fuggitivo è stato identificato dai militari. Si tratta di un giovane ingegnere senese incensurato che lavora fuori città. L’auto era quella della moglie che però non era presente al misfatto e che forse aveva solo gioito della generosità del consorte che le aveva fatto il pieno. Ora egli sostiene di esser stato vittima di un attimo di distrazione, ma il video racconta un’altra storia che, al di là del procedimento penale, se giungesse al titolare della ditta dove l’ingegnere lavora potrebbe creargli notevoli problemi.