Ecomuseo: un patrimonio culturale andato perduto ?

Piazza del Campo

E’ un bel pullulare d’iniziative: il Comune di Siena prevede di avere presto un progetto avanzato della “Galleria del Palio” per raccontare la città e le Contrade, dal canto suo “Passeggiate d’autore” di Toscanalibri promette per l’anno 2020 di andare a cercare elementi solitamente meno conosciuti per svelare ai nostri concittadini aneddoti e storie delle Contrade, mentre l’antropologa Katia Ballacchino, che si appresta a uno studio antropologico, chiede aiuto ai senesi per capire le Contrade. Tutto ciò sotto l’egida del Magistrato delle Contrade. Tutto ciò molto apprezzabile, sempreché non ci si dimentichi di quello che già è stato fatto.

Mi permetto di ricordare infatti che nel 2014 la Fondazione Musei Senesi, tramite l’allora Direttore Luigi Di Corato, portò a compimento un progetto molto complesso, promosso dalla Prefettura di Siena e sponsorizzato dal Magistrato delle Contrade, che si chiamava Ecomuseo di Siena e che venne inserito anche nell’ambizioso programma di 2019SIENA CapitaleEuropeadellaCultura

Fu realizzato grazie all’impegno (disinteressato come il solito) di molti contradaioli che in gruppi di lavoro si profusero nella compilazione di specifiche “schede” a tema, nove o dieci per ciascuna Contrada, che riguardavano i luoghi topici del territorio, il patrimonio culturale materiale, quello analogo immateriale, la storia, i personaggi, la vita quotidiana, etc. Un lavoro non trascurabile che tenne occupate per oltre sei mesi circa un centinaio di persone e che alla fine produsse un imponente sito navigabile chiamato www.ecomuseosiena.org.

 

Fino a qualche tempo fa è stato possibile “visitare” con piacere e arricchimento culturale l’Ecomuseo (anche se non ci sono dati su quanti lo abbiano mai fatto), ma ora il sito, anche se accessibile nel web, è vuoto di contenuti. Resta la homepage che spiega gli intenti del progetto, dalla quale però si può solo accedere alle 17 Contrade, come in una qualsiasi banale guida turistica. Visitare per credere.  

Che fine hanno fatto le oltre 150 schede redatte dalle Contrade? Nel rispetto di tutti coloro che hanno dato il loro contributo per produrre quel consistente patrimonio culturale, si dovrebbe forse recuperare e riutilizzare qualcosa. 

 

Giordano Bruno Barbarulli