Donazioni sangue, nove proposte all’assessore regionale alla salute, più una: “Esportiamo il modello Siena”

“Siena è una mosca bianca. In questa provincia c’è uno degli indici più alti in Italia per numero donazioni di sangue Siamo completamente coperti: non ci sono solo associazioni ma anche le contrade. Ed inoltre riusciamo ad avvicinare i giovani, grazie ai rapporti con l’Università, con i giovani che fanno volontariato o servizio civile nelle realtà del terzo settore”: Fosco Losi, responsabile provinciale donatori sangue Anpas, è sicuro che il modello Siena potrebbe essere utile per l’intero Paese.

Perché parlare di Siena? Perché solo qualche giorno fa sono state avanzate in Regione nove proposte dalle associazioni regionali donazioni sangue. Più risorse e una migliore organizzazione, la piena operatività delle tre sedi dell’Officina trasfusionale della Toscana, orari dei centri trasfusionali in linea con le esigenze dei cittadini, un sistema informatico unico e uniformità delle procedure. Sono alcune delle priorità illustrate dalle associazioni regionali di Avis, Fratres, Anpas e Croce Rossa Italiana all’assessore regionale alla Salute Simone Bezzini e ai direttori generali delle Aziende sanitarie, incontrati nei giorni scorsi. L’obiettivo è consentire al Sistema trasfusionale toscano di vincere le sfide attuali e in particolare di superare il calo di donazioni che, dopo la fase più acuta della pandemia, si sta registrando anche in Toscana.

“Noi siamo presenti ed attività nel territorio. Ci sono problemi certo ma se qualcuno ci cerca ci trova. Andiamo inoltre a cercare chi ha voglia di donare. Il dato di Siena è comunque influenzato dal numero di associazioni di donatori, che sono in tutti i comuni del territorio Ci preoccupa l’età media: dobbiamo recuperare il gap in ogni modo”, ha aggiunto Losi.

Nel dettaglio, ecco le proposte di Avis, Fratres, Anpas e Croce Rossa:  coinvolgimento pieno delle Direzioni sanitarie nei lavori del Centro regionali Sangue, dei Comitati di coordinamento e nei Comitati Buon Uso Sangue;  disponibilità di un numero adeguato di macchine per la plasmaferesi vista la necessità di incremento della raccolta di plasma;  completamento e piena operatività delle tre sedi della Officina trasfusionale della Toscana; sistema informatico unico regionale; riprogettazione dei trasporti in modo che possano costituire una risorsa per i singoli Servizi trasfusionali e non una limitazione nella operatività come troppo spesso succede oggi;  personale medico, infermieristico ed amministrativo stabile, adeguato nel numero ed opportunamente motivato rispetto agli obiettivi di sistema;  opportunità di sinergie con le Società della salute e con le Case di comunità per la gestione delle Strutture di raccolta e delle Strutture trasfusionali di minori dimensioni;  riprogettazione di orari e giorni di apertura dei Servizi trasfusionali per tener conto dei cambiamenti nella società italiana;  maggiore uniformità nelle procedure e nella operatività delle singole strutture, in particolare nei criteri di selezione del donatore (percentuali di inidoneità dei donatori estremamente variabili).

 

Katiuscia Vaselli