Docenti precari: “Noi non siamo un problema, noi siamo la soluzione ai problemi della scuola”

“Noi non siamo un problema, noi siamo la soluzione a tutti i problemi della scuola”, lo hanno annunciato i docenti precari a margine della loro manifestazione che ha visto la consegna di un documento all’Ufficio Scolastico Provinciale. Non arrivano risposte o soluzioni, relativamente alle vicende dei docenti precari che, tutt’ora, non conoscono dettagli certi sul loro futuro lavorativo. Intanto la scuola il 14 settembre, inevitabilmente, inizierà.

“Il documento che consegniamo oggi ha l’obiettivo di creare una sorta di staffetta, tra le varie realtà toscane – ha detto Elena Secchi Tarugi, rappresentante dei docenti -. Non solo, interagiremo anche con i docenti delle altre regioni. Questo è il primo presidio che vuole essere portato avanti a livello nazionale, per cui, un giorno al mese tutti i professori si ritroveranno per mettere in atto questa sorta di protesta”.

Un problema da sempre esistito, quello del precariato scolastico, e adesso incentivato dall’emergenza sanitaria, dalla crisi della didattica a distanza, rivelatasi funzionale durante i mesi più critici, ma non applicabile in un progetto a lungo termine. Parliamo di circa 200 mila posti da riempire all’interno delle scuole italiane. Un problema che potrebbe essere ovviato stabilizzando i precari. Non solo: altro problema sono i test, attraverso i quali vengono assegnati i posti nelle scuole. Secondo i precari, parliamo di un test che si basa molto sulla memoria piuttosto che sulla preparazione e la competenza del singolo, in quanto il test è formato dalle cosiddette ‘crocette’.

“Il discorso delle assunzioni è un bluff, perchè le graduatorie non sono più valide. La scuola avrà bisogno di 200 mila cattedre, che sono quelle ricoperte dai precari – osserva Elena Secchi Tarugi -. La scuola si fonda e si basa sul lavoro della terza fascia del precariato. Qualche settimana fa sottoscrivemmo insieme al sindaco di Siena Luigi De Mossi un documento da inviare al Ministero dell’Istruzione. Abbiamo saputo che il documento è stato recepito ma il Ministero non ci vuole dare ascolto”.

Niccolò Bacarelli

Di seguito la video intervista completa