David Chiti: “Pronto soccorso pediatrico alle Scotte h24 un grande risultato”

Dal primo maggio il pronto soccorso pediatrico dell’ospedale delle Scotte di Siena è attivo h24, invece che h12. Sono attivi posti letto di terapia intensiva, un accesso dedicato e specifico rispetto al pronto soccorso, con un’equipe multidisciplinare specialistica che opera in tutta l’area vasta e che lo ha fatto anche al Meyer di Firenze. Si tratta di una novità significativa che rende merito e rende conto del lavoro effettuato a questo riguardo nel policlinico senese.

È un altro obiettivo raggiunto dopo una lunga battaglia che iniziò dopo la morte del piccolo Niccolò Muzzi. Negli anni l’associazione Noi Siena si è battuta su questo tema, raccogliendo 3.500 firme tra i senesi e avviando una campagna che portò alla legge regionale del 2015, per la quale si impegnò a fondo l’allora presidente della commissione sanità della Regione Toscana Stefano Scaramelli, che portò all’obbligatorietà di avere un pronto soccorso pediatrico negli ospedali toscani. Quello dell’ospedale delle Scotte, poi, è diventato nel tempo un vero e proprio modello a livello regionale, tanto da portare i professionisti del policlinico senese ad andare a operare persino al Meyer di Firenze.

Da pochi giorni, dal primo maggio, ci sono importanti novità: soprattutto il fatto che il servizio a disposizione della città viene esteso da 12 a 24 ore.

“Il progetto è stato avviato nel 2013, portammo le firme raccolte in Regione e il nostro percorso fu preso a cuore dall’allora presidente della commissione sanità della Regione Toscana Stefano Scaramelli – afferma il presidente dell’associazione Noi Siena, David Chiti. – Fu realizzata una legge regionale che ha istituito il pronto soccorso pediatrico in tutti gli ospedali della Toscana”.

Prosegue Chiti: “L’h24 era un obiettivo che ci eravamo dati e prefissati. Il servizio sarà costante e continuo per i bambini e per le famiglie. Va comunque migliorato e potenziato ulteriormente. Dobbiamo portare i medici dai bambini e non i bambini dai medici”.

Gennaro Groppa