Dalla chirurgia ai videogiochi: da Siena, Weart lancia sul mercato la mano virtuale

A prima vista potrebbe sembrare un guanto, o quantomeno qualcosa di simile, ma in realtà è l’ultimo ritrovato di Weart, la start-up nata nell’Università di Siena. Si tratta di un dispositivo “pensato per aumentare le esperienze digitali, esperienze di realtà virtuali e realtà aumentate”, come spiega Guido Gioioso, ingegnere cofondatore di Weart.  La grande novità, come spiega ancora Gioioso, consiste nelle “sensazioni tattili”. “Questo dispositivo – prosegue – stimola tre dita dell’utente alla volta. Ognuno di questi punti di attuazioni riproduce sulla pelle la combinazione di forza, vibrazione e proprietà termili, quindi freddo e caldo. Tutto ciò aggiungerà alla realtà aumentata, finora basata solo su audio e video, un layer tattile: così facendo si amplificherà il realismo dell’esperienza e l’immersione dell’utente all’interno della stessa”.

Un dispositivo simile, come facilmente intuibile, può avere applicazioni pressoché infinte, spiega ancora Guido Gioioso: “Può essere utilizzato tanto dai chirurghi e dal personale medico in generale, in ambiente chimico o industriale. Questa tecnologia potrà servire a simulare quanto avviene in una sala operatoria ma anche in una catena di assemblaggio”. Un ‘guanto’ che potrà essere sfruttato anche nel marketing, sempre Weart fa sapere che: “Stiamo lavorando con un’azienda svedese leader nell’arredamento, che utilizzerà questi dispositivi per far sapere all’utente le proprietà tattili dei suoi prodotti. Im futuro i negozi saranno molto più piccoli, magari in centro città, e, con la realtà virtuale, l’esperienza di acquisto sarà completamente digitalizzata”.

Fatica a nascondere l’orgoglio il professor Domenico Prattichizzo, che oltre a essere professore di robotica e tecnologie tattili nell’Università di Siena, è a sua volta cofondatore di Weart. “Per me è un’emozione intensa e profondissima – dice il professore – perché con gli ingegneri Gioioso e Spagnoletti il percorso è stato lungo. Entrambi sono stati dapprima studenti, dopodiché hanno deciso di presentare la tesi di laurea con me ed ancora hanno affrontato un dottorato col sottoscritto”. “Adesso – conclude Prattichizzo – abbiamo brevettato insieme questa tecnologia all’Università di Siena. Un prodotto che vedremo a breve sul mercato nato al 100% a Siena”.

(Di seguito il servizio completo)

Katiuscia Vaselli
Emanuele Giorgi