Dal Pnrr al polo didattico, la promessa di Di Pietra per l’Università del futuro: “Al mio successore lascerò i progetti completati”

“Riterrei motivo di massima soddisfazione personale lasciare in eredità al mio successore un ateneo che si è decisamente avviato verso il completamento di tutte le realizzazioni che ho proposto. Lo possiamo fare e lo faremo insieme”.

Si è chiuso con una promessa l’intervento del rettore Roberto Di Pietra, il primo discorso tenuto per l’inaugurazione di un anno accademico. “Gli studenti sono il nostro valore aggiunto ed un’esperienza umana a cui non vogliamo rinunciare”. L’esordio del suo intervento è con un’assicurazione “rispetto ai mandati precedenti abbiamo messo alle spalle alcune criticità, grazie al lavoro di chi mi ha preceduto. Adesso siamo più forti e io continuerò il percorso di Frati e Riccaboni”.

Da qui Di Pietra passa a parlare di quelli che sono gli interventi in corso dell’ateneo e cita i 60milioni di euro da investire in tre anni per il Pnrr (“risorse mai viste prima”), il Biotecnopolo e l’hub antipandemico (“Ci rendiamo disponibili ad ogni forma di collaborazione degli attori in campo”) e il nuovo polo didattico delle Scotte (“da questa struttura passa il nostro futuro”). L’investimento sul polo didattico alle Scotte sarà di 23 milioni di euro, e si attendono anche 16 milioni. Quindi il rettore indica quello che sarà il suo programma di mandato. Di Pietra ha ribadito l’impegno di un’Università “radicata nel territorio” che deve “sapere attrarre studenti nazionali e internazionali, attrarre fondi con bandi internazionali e nazionali, sapere erogare i servizi alla comunità con l’Azienda ospedaliera, essere maggiormente attiva nella Terza missione”.

“Dobbiamo mantenere e sviluppare la dimensione di questo che è un ateneo medio – aggiunge Di Pietra -.Dobbiamo ricominciare a crescere nella qualità e nella quantità dei docenti, nel numero e nella qualità professionale del personale amministrativo. L’ateneo deve diventare intersezione di aree disciplinari diverse da loro”. Ed ancora: “Occorre migliorare i servizi didattici con la didattica a distanza che può essere integrata alla didattica in presenza, visto che noi non facciamo concorrenza agli atenei telematici”.

La chiosa infine è sui primi passi mossi dal suo mandato, con la costruzione di una squadra di delegati attraverso l’ascolto dei docenti e con la realizzazione di specifiche task force che agiscano in determinati settori. “L’offerta formativa- conclude- dovrà essere ridefinita così come dovranno essere stabilite forme di collaborazione con enti e istituzioni del territorio. Occorre infine razionalizzare la struttura organizzativa e procedere ad un reclutamento mirato per coprire le posizioni scoperte”.

Marco Crimi