“Dai bottini ai musei di contrada: creiamo un museo diffuso per rilanciare Siena”

“Facciamo emergere il patrimonio culturale ignoto che esiste ma che molte persone non conoscono .Creando nuovo valore culturale potremo fare permanere i turisti a Siena“. Così Giovanni Liberati Buccianti, creatore del sito Siena per l’arte, blog che fa parte di un progetto  più ampio del Dipartimento di studi aziendali e giuridici dell’università di Siena che si chiama I beni culturali interclusi: conservazione, accessibilità, valorizzazione, “è un’iniziativa di ricerca finanziata da Regione Toscana e da altri enti come Fondazione Mps- commenta Giovanni, che era oggi ospite della video intervista di Siena News-. Ad essere coinvolti sono tre siti patrimonio dell Unesco: il Comune di Siena, San Gimignano e la Val’Orcia”

Per ripartire quindi bisogna passare “dalla creazione del museo diffuso delle tradizioni senesi” si legge nel sito. Il progetto deve coinvolgere  tutto il territorio della città permettendo “al cittadino e al visitatore di acquisire un’esperienza unica, autentica e sostenibile”. Sarà però necessario organizzare “ un modello di gestione di circuiti e di itinerari turistici che si sviluppano all’interno della città, nel rispetto delle singole identità storiche che costituiscono ed arricchiscono il territorio – prosegue- Occorre organizzare un’offerta culturale unitaria che coinvolga anche la pluralità delle realtà enogastronomiche, artigianali ed artistiche, i laboratori culturali e creativi, i mercati artistici, così da avere una rinnovata armonia nella città rinata”.

È questo il momento in cui Siena deve trasformare l’emergenza in una opportunità di reale rinascita economica e culturale”. Così inizia il Manifesto per la Rinascita dell’assegnista di ricerca al Dipartimento di studi aziendali e giuridici dell’università di Siena. Liberati Buccianti si è fatto promotore di un’iniziativa che si chiama Siena per l’arte, come spiega la nostra città “possiede un enorme patrimonio storico-artistico” che viene “chiamato in modo troppo semplicistico ‘minore’: i bottini, i musei delle Contrade, le valli verdi che delimitano le antiche mura, le chiese che rimangono troppo spesso chiuse- scrive”.

Per le contrade l’idea è quella di “raggiungere un accordo per l’autogestione del patrimonio culturale. Un progetto reale di autogestione che completerebbe l’iniziativa” del Museo virtuale del Palio, “ma senza incidere sulle prerogative identitarie e giuridiche delle Contrade, dei loro Territori e delle loro Comunità- si legge” . Non solo “le Contrade di Siena, in qualità di custodi del patrimonio culturale presenti al loro interno  potrebbero diventare il punto di riferimento non solo per la costruzione e lo svolgimento di itinerari culturali nella città; ma anche i presidi di un “museo diffuso” del patrimonio, delle arti e delle tradizioni senesi- si legge ancora”.

Di seguito l’intervista completa