Da Siena fino al Kenya come medico volontario, Paolo Rossi racconta la sua Africa

Con due decadi vissute tra l’Uganda e il Kenya insieme ai Medici con l’Africa Cuamm, il senese Paolo Rossi ne ha tante di storie da raccontare su quella che è la vita in questo continente. Qualche mese fa lo avevamo già intervistato per farci raccontare la sua vita da medico volontario( link qui). Parte della sua esistenza infatti Paolo l’ha spesa nel cosiddetto ultimo miglio: zone dove la sanità ha immense difficoltà ad arrivare, dove mancano beni di prima necessità e dove il caldo torrido toglie il respiro.  Un impegno grandissimo insomma, in un contesto ambientale che mette a dura prova e che sa comunque regalare emozioni forti e lezioni di umanità, la stessa umanità che Rossi usa per raccontare le vicende che ha vissuto in quelle regioni.”Un bambino a 4-5 anni non riceve le coccole ma viene già considerato un adulto. Mi ricordo di una bambina di 5 anni che già si occupava dei propri fratellini – racconta-.  I genitori infatti si devono dedicare alla pastorizia e per questo sono spesso fuori. Le madri invece si dedicano all’agricoltura primitiva e non possono accudire i loro figli”. A più riprese Rossi si focalizza sulla vita dei più piccoli. “Fino a 6 anni non possono andare a scuola perché le materne non esistono -continua-. Da 6 anni invece iniziano a frequentare le elementari. Certe situazioni sono incredibili: esistono classi con un maestro che fa lezione a 100 alunni. Altro che classi pollaio! In alcuni paesi estremamente poveri che sono stati colonizzati dal Regno Unito esiste però ancora la tradizione della divisa”. In questi stati l’influenza britannica è infatti ancora forte e, proprio sull’argomento delle divise, Paolo Rossi svela uno dei suoi tanti aneddoti: “Uno dei nostri corrispondenti italiani, fu acquisito come figlio da un tribù di guerrieri. Mentre viaggiava per andare a conoscere questa famiglia gli si avvicinò una donna che gli presentò due ragazze. Le due non potevano andare a scuola perché, essendo cresciute, non entravano più dentro alla divisa- conclude-. Lui, molto gentilmente, dette loro dei soldi per fargliele ricomprare e le ragazze hanno iniziato a seguirlo ovunque lui andasse. Dopo questo gesto lo vedevano come il loro protettore”.

MC