Covid, casi e ospedalizzazioni in aumento. Tumbarello: “Niente panico ma serve responsabilità”

Nelle ultime settimane il coronavirus è tornato a farsi sentire, con i casi in aumento in tutta Italia, Siena compresa, e le ospedalizzazioni che tornano ad essere un tema. Mario Tumbarello, direttore della Uoc Malattie infettive e tropicali dell’Azienda ospedaliera universitaria Senese ha fatto il punto della situazione.

Professor Tumbarello, cosa sta succedendo? 

“I casi sono in aumento come testimoniano i dati del ministero della salute e dell’Istituto superiore di sanità. L’incidenza di casi ogni 100 mila abitanti aumenta da una settimana all’altra, e, di conseguenza, le ospedalizzazioni crescono. Tutto ciò è figlio di una gestione totalmente diversa del covid rispetto a quella a cui eravamo abituati negli ultimi anni”.

Cioè? 

“Noi, oggi, stiamo tentando di convivere con il virus. Questo è stato il primo anno in cui non abbiamo mai avuto chiusure né lockdown. Tanti settori e tante persone avevano bisogno di tornare ad una loro normalità, penso ai concerti e agli stadi pieni. Tutto ciò ha un prezzo che però possiamo sostenere: deve essere il nostro senso di responsabilità a farci meritare le nostre aperture. Non ci dovrebbe essere bisogno di dire che in un luogo affollato c’è rischio di contagi o che la mascherina è efficace in queste situazioni”.

Chi è che oggi viene ricoverato? 

“Per quanto riguarda le ospedalizzazioni le categorie sono le solite note: persone malate, pazienti anziani o fragili, soggetti con comorbidità e senza vaccino. Inoltre, non possiamo escludere il fatto che ci sono tante persone che arrivano alle Scotte afflitti da altri problemi e che, dopo aver fatto il tampone e scoperto di essere positivi, vengono ricoverati in area covid”.

E oggi abbiamo anche tante armi in più

“Rispetto all’inizio oggi abbiamo i vaccini ma non solo, abbiamo i farmaci antivirali che hanno rappresentato uno strumento utilissimo per efficacia e facilità di somministrazione”.

Parlando di vaccini, a che punto siamo sulla quarta dose? 

“Al momento stiamo parlando di quarta dose per tutta una serie di pazienti fragili. Qualcuno pensa che sarebbe il caso di dare la possibilità di fare la quarta dose a tutti gli over 60 e alle persone con particolari situazioni cliniche. Per quanto riguarda gli altri, invece, quello che si sta studiando è un vaccino nuovo e non una quarta dose. L’idea è quella di riuscire a mettere a punto un farmaco che sia pronto e che si possa gestire come un vaccino antiinfluenzale”.

In questo quadro a Siena c’è stato il Palio…

“E perché mai avremmo dovuto pensare di non fare il Palio? Se si fanno concerti in tutta Italia è giusto che Siena abbia la sua festa. Detto ciò, è chiaro che quando si mettono tante persone insieme esistano dei fattori di rischio. Tuttavia, nel momento in cui si decide di provare a convivere col coronavirus non sarebbe stato giusto che pagassero Siena ed il Palio”.

La parola d’ordine rimane quindi responsabilità?

“Esatto. Non c’è niente di più efficace come un insieme di persone che agiscono con lo stesso intento. Non dobbiamo farci prendere dal panico: se tutti riusciremo a seguire le norme di buona condotta che conosciamo senza imporre obblighi allora potremo continuare così. Dobbiamo comprendere l’importanza della cooperazione per uscirne tutti migliori”.

Emanuele Giorgi