Covid, a Siena inaugurate le stanze degli abbracci: così torna il sorriso tra gli ospiti delle Rsa e i familiari

Una struttura gonfiabile blu con un ingresso per gli anziani ed uno per i loro familiari, a dividerli c’è un lembo di plastica che in tanti sperano che a breve possa scomparire insieme all’emergenza sanitaria.

L’Asp città di Siena stamattina ha inaugurato, nella Rsa Campansi, le nuove stanze degli abbracci,  strutture dove gli ospiti delle residenze possono incontrarsi con i propri parenti, vedersi faccia a faccia e appunto abbracciarsi senza però venire mai a contatto e prevenire quindi il contagio da coronavirus. Questo lunedì 8 febbraio i tendoni sono attivi nella Rsa Campansi e alla Caccialupi, da lunedì 15 febbraio saranno attivati nella Rsa Boutini Bourke. All’inaugurazione odierna della prima stanza degli abbracci c’erano il presidente di Asp Città di Siena Mario Valgimigli e l’assessore alle politiche sociali del comune di Siena Francesca Appolloni.

 

 

“In questo momento sono il nostro mezzo migliore per i nostri ospiti  con i loro familiari- sottolinea Valgimigli-. In ognuna delle nostre tre Rsa c’è una camera degli abbracci. Le “bolle” sono pienamente operative e permetteranno quotidianamente a 10 anziani al giorno di rivedere i loro parenti”. Il presidente dell’azienda ha poi spiegato il funzionamento. “Il familiare vede l’ospite previo appuntamento.

Dopo ogni incontro, della durata di 15 minuti, un addetto provvede alla sanificazione della camera”. Tutta la prima settimana delle stanze degli abbracci è già stata prenotata. “Vogliamo permettere a tutti di rivedere i propri cari – prosegue Valgimigli-. Adesso siamo preparati all’evoluzione degli eventi e ad implementare queste strutture. Al Campansi stiamo monitorando le richieste, siamo disposti a prendere un’altra stanza degli abbracci”.

Il motivo dell’investimento dell’Asp, secondo Valgimigli, è dovuto al fatto che “non conosciamo ancora per quanto tempo andrà avanti questa situazione. Dopo il focolaio in Campansi non era possibile predisporre alcuna struttura” . Valgimigni aggiunge: “volevamo la tenda migliore che mettesse in sicurezza i nostri ospiti dalle infezioni da coronavirus”. Adesso si guarda al futuro, “siamo ottimisti, tra un po’è la bella stagione. Se la morsa del virus si allenta potremo cominciare a vivere e respirare meglio. Il nostro compito rimane sempre di favorire gli incontri tra ospiti e parenti, faremo il massimo per queste persone”.

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi