Così la storia di Piazza del Campo ebbe inizio

L’11 marzo 1169 il Comune acquista, per 20 lire, da cinque cittadini (Iacopo, Isacco, Iacopo d’Uguccio, Bigotto e Orlando d’Antonino) la terra davanti al Campo San Paolo verso la Valle di Montone. È la prima fase di sistemazione di quella che diventerà piazza del Campo e stiamo parlando dello spazio che dalle attuali Logge della Mercanzia arriva all’attuale piazza del Mercato.
É, in origine, uno spazio ampio, aperto (così dobbiamo immaginarcelo), in discesa, addirittura con un bosco, da cui proviene il nome di ‘Selvata Bruna’. Essendo diventato un nascondiglio per i briganti e, dunque, pericoloso narra Girolamo Gigli: “volendola sicurare da questa mal nata gente, questa Torre a ben guardarla vi fabbricarono”; la torre di guardia alla selva a cui fa riferimento l’autore, è la cosiddetta ‘Rocca Bruna’, oggi mozzata in altezza ma ancora visibile alla Croce del Travaglio, proprio all’angolo con il vicolo di San Pietro.
Il Comune di Siena, a partire dalla seconda metà del XII secolo compie in quest’area vari acquisti fondiari e immobiliari: in particolare dal 1169 al 1196, acquista terreni, spiazzi ed edifici da varie famiglie cittadine per erigere “in pede Campi Fori” (il toponimo “Campus Fori”, è nominato nei documenti per la prima volta nel 1190), gli uffici della Dogana e della Zecca, ponendo la sede di due importanti funzioni in un’area che, da quel momento, cambia, proprio per questo, inizia a cambiare la propria fisionomia e la prima, reale, divisione tra il Campo e il Mercato Vecchio è datata 1194. Queste prime costruzioni, tuttavia, non hanno tuttavia nulla a che fare con l’attuale Palazzo Pubblico, che sarà costruito per come lo vediamo oggi solo un secolo più tardi, durante il governo dei Nove.
Maura Martellucci
Roberto Cresti