Consiglio straordinario, il Pd: “Non sono chiari gli obiettivi dell’amministrazione per la ripartenza”

Questa mattina si è tenuto il consiglio comunale straordinario sul lavoro con le istituzioni cittadine, “dopo quello del 2020 promosso delle forze di opposizione” esordisce Alessandro Masi, del gruppo consiliare del partito democratico. “Ci saremmo aspettati finalmente orientamenti chiari da parte dell’amministrazione, -continua Masi- invece anche dopo questo dibattito rimangono ancora non chiari gli obbiettivi specifici che propone il comune per la ripartenza della città. E intanto il tempo fugge. Oltretutto, già dal dibattito di questa mattina abbiamo ascoltato dagli invitati proposte concrete, che rafforzano quello che da tempo andiamo dicendo sulla necessità di un lavoro di concertazione e di collaborazione con tutti gli altri soggetti, compresi i comuni del territorio,  per aggiornare una visione per Siena”.

“Inoltre, non si è condiviso nemmeno un quadro aggiornato dei dati, che in sintesi vogliamo mettere a disposizione,  grazie anche all’Irpet toscano. Da 25 anni l’Italia è ventisettesima tra i paesi europei per la minor crescita e continua a misurare  la propria competitività sul basso costo del lavoro -continua l’intervento del Partito democratico-. In questa pandemia, la Toscana perde 11 punti di Pil, rispetto ai 9 punti della media nazionale, riportando quello attuale del cittadino medio al 1995. La crisi colpisce oggi particolarmente il terziario e le attività che servono la vita quotidiana e il tempo libero. Tiene invece e cresce il settore farmaceutico. Siena si pone al trentesimo posto tra le province italiane e mantiene così un alto tasso di occupazione, dopo Firenze e Prato, ma con un’impennata della Cig  e l’ignoto, dopo che termineranno le sospensive su licenziamenti, sfratti e debiti tributari. In tema di infrastrutture (rotaia, strade e connettività), ancora Siena è area interna e svantaggiata tra la Toscana della costa e la Toscana centrale”.

“Quindi, il nostro contributo costruttivo insiste sul valore istituzione e politico del ‘coordinamento’, per la costruzione di un distretto industriale delle scienze della vita e di un distretto della cultura e del verde; per un coordinamento tra il sistema della formazione, le competenze e le specializzazioni richieste dalle imprese; per la crescita delle infrastrutture; per un’attenzione specifica al lavoro delle donne e dei giovani, con un nuovo welfare e nuovi servizi che li sostengano, in un città in cui continua la stagnazione demografica e la popolazione invecchia. La città attrae (12mila studenti da tutto il mondo, dati aggiornati dall’Università), ma continua a non trattenere. Allora, la sfida di questo cambiamento ci chiama con urgenza a elaborare progetti su queste considerazioni, sfruttando anche le opportunità delle nuove sfide della sostenibilità nella transizione digitale e degli stili di vita. Le nostre due Università, insieme alla Fondazione, e le reti dell’istruzione e della formazione saranno il valore aggiunto di questa fase nuova. E al comune come istituzione di servizio ai cittadini spetta garantire un nuovo welfare, adattato ai mutati tempi e movimento della città; mentre al comune come capoluogo spetta contribuire fattivamente al coordinamento con le altre istituzioni e con gli altri comuni”.