Consiglio comunale, fumata nera per il documento unitario su BMps

E’ mancato l’accordo tra le forze della maggioranza e le forze dell’opposizione e non è stato approvato il tanto auspicato documento che doveva indicare una posizione unitaria del consiglio comunale sul tema di Mps, la cui determinazione della situazione era unico argomento dell’ordine del giorno della seduta di oggi, mercoledì13 gennaio.

Ad aprire la giornata di lavori l’intervento del sindaco Luigi De Mossi che, questa mattina, aveva invitato a “spogliarsi delle singole appartenenze politiche e dei rancori” per poi appellarsi ad una idea di “politica più alta”. Nel suo discorso il sindaco di Siena aveva prospettato apertamente un’azione legale della Fondazione verso la Banca Monte dei Paschi di Siena.

L’opposizione non ha condiviso questa sua visione. Pierluigi Piccini, consigliere della lista civica ‘Per Siena’, ha dichiarato di “non credere all’esclusività di azioni legali nei confronti della Banca, che hanno poco margine di realizzazione”. L’ex sindaco ha spiegato: “bisogna aprire un tavolo di trattative serio, supportato da analisi e proposte concrete, lavorando sulle contraddizioni che oggi esistono nel Governo per trovare soluzioni  che vadano bene al Paese”. “Non capisco perché -continua Piccini-  non possiamo farci portatori di uno scenario nazionale che riveda gli strumenti finanziari e che vada ad aiutare quei settori economici reali del Paese che sono in difficoltà”.

Il consigliere ha poi concluso, con una personale bocciatura di un’azione legale nei confronti della Banca: “bisogna trovare soluzioni di natura pattizia, di gestione consapevole dei passaggi. Se si affronta una trattativa col coltello sotto il tavolo, non solo si allontana la Banca ma anche tanti soggetti diversi: nessuno si assume la responsabilità di un’operazione dove ci sono carichi giudiziari pesanti”.

Intervenuto sul tema anche un altro ex-sindaco Bruno Valentini, consigliere del Partito Democratico. Per Valentini De Mossi “ha detto tante verità ma ha omesso anche tante cose”. “L’analisi di De Mossi -dice Valentini- attribuisce la responsabilità della grave crisi del Monte dei Paschi solo alla comunità senese e solo all’acquisto di Antonveneta, ma questa è anche dello Stato: Consob, Banca d’Italia e il ministero delle Finanze hanno indotto la Banca a comprare Antonveneta e non hanno controllato il modo in cui avveniva, senza consentire alla Fondazione di partecipare all’aumento di capitale. Se non si dicono queste cose è difficile essere forti ed avere una posizione unitaria”.

Il consigliere del Pd conclude “condivido quanto detto da Carlo Rossi questa mattina: la Fondazione deve avere l’obiettivo di rafforzarsi patrimonialmente, perché altrimenti non potrà far fronte alle spese di funzionamento e ai contributi all’economia locale-afferma-. Se la Fondazione dovesse essere ripagata nella causa contro Banca Monte dei Paschi, avere in cambio delle azioni può essere al limite una soddisfazione morale. Quelle stesse azioni, nel caso di un aumento di capitale, si svaluterebbero, inoltre è illusorio pensare che la Fondazione possa avere un peso all’interno della Banca”, conclude.

 

 

Sull’argomento sono intervenuti inoltre il segretario provinciale e quello comunale del Pd Andrea Valenti e Massimo Roncucci. “La maggioranza ha perso un’occasione per creare un vero percorso di unità politica nell’affrontare la complessa vicenda legata al futuro di Mps – dicono-. Non aver accettato una integrazione tra gli ordini del giorno presentati, che sostanzialmente andavano verso una posizione facilmente condivisibile, è una responsabilità che chi governa Siena si è assunto e che lascia amareggiati”.

Ricordando la propria posizione su Mps Valenti e Roncucci fanno sapere di non capire come “non si sia ritenuto utile per avere maggiore forza contrattuale rispetto agli enormi interessi che ci sono in ballo per la città e il suo territorio, fare uno sforzo di sintesi maggiore e sicuramente più proficuo per tutti. Un’occasione perduta, che ci spinge comunque ad un maggiore impegno sulla nostra idea di futuro per Banca Mps”.

Emanuele Giorgi

 

Di seguito il testo del documento approvato oggi in consiglio comunale dalla maggioranza:

Premesso che: 
La Banca Monte dei Paschi di Siena è un ente finanziario che è nato e cresciuto nel territorio Senese e Toscano; la sua storia pluricentenaria si è sviluppata intorno alla realtà sociale e economica del nostro territorio.
Lo sviluppo che la Banca ha avuto nel corso del ‘900 è stato ottenuto grazie alla lungimiranza e alle capacità di persone senesi e toscane che hanno saputo far crescere a livello nazionale ed internazionale l’ente.
La connessione con il nostro territorio non è solo di natura storica; infatti la Banca Monte dei Paschi di Siena rappresenta tutt’oggi una delle maggiori fonti di lavoro e di sviluppo economico nel territorio del nostro comune, della provincia e della regione.
Il radicamento territoriale è dimostrato dai dati di mercato; infatti secondo dati Bankit in Toscana la Banca Monte dei Paschi ha quote di mercato del 14,30 per cento sulla raccolta diretta e del 13,80 sugli impieghi.
I dati dell’occupazione della Banca MPS nella nostra Provincia, secondo le fonti sindacali, sono i seguenti: in provincia di Siena sono occupati 2600 addetti così dettagliati: 1800 Direzione Generale, 300 al Consorzio e 500 in rete.
Se si allarga il conto alla Regione toscana si devono aggiungere altri 2800 addetti, di cui 1150 sulla piazza di Firenze, 300 su Livorno, 235 su Grosseto.
A livello nazionale la Banca conta oggi su circa 20000 dipendenti; si evidenzia quindi come la Banca abbia in Toscana un quarto del totale dei propri addetti.
I detti numeri non tengono poi conto degli addetti delle società partecipate e delle aziende dell’indotto.
Il Gruppo Monte dei Paschi di Siena rappresenta la prima fonte di lavoro dipendente nella nostra Provincia e nella nostra Regione.
Da questi numeri si evince come il legame con il territorio Senese e Toscano sia e debba restare indissolubile.
Oggi lo Stato, a seguito dell’operazione di burden sharing prevista dalla direttiva europea BRRD emanata nel 2017, e delle successive cessioni di crediti deteriorati, è proprietario del 64% del capitale; Il gruppo Generali detiene il 4% e Banca MPS Spa (mediante azioni proprie) il 3% (fonte CONSOB 8 dicembre 2020).
Secondo le dette direttive della commissione europea lo Stato entro il dicembre 2021 dovrà effettuare una cessione a privati delle quote di sua proprietà sulla Banca.
La futura operazione di privatizzazione del capitale della Banca comporta il rischio di completa delocalizzazione delle strutture di direzione generale presenti sul territorio senese e toscano, con conseguenti riflessi estremamente negativi per l’ occupazione sul nostro territorio.
Si prende atto anche dei risultati gestionali che sono stati riportati ed evidenziati nel comunicato stampa del 18/12/2020 che vedono evidenziata una situazione critica anche ai sensi dell’art. 2446 del c.c.
Inoltre anche un diverso assetto territoriale della rete, conseguente ad un eventuale fusione della Banca in un altro gruppo, potrebbe arrecare rilevanti conseguenze negative nei confronti del tessuto imprenditoriale della nostra Regione.
Tutto ciò premesso,

IL CONSIGLIO COMUNALE

Dà mandato al Sindaco di intraprende, in collaborazione con gli altri enti competenti (Fondazione MPS, Provincia, Regione, parlamentari eletti nel territorio), tutte le azioni necessarie sotto il profilo istituzionale e legale al fine di:
– supportare la Fondazione MPS affinchè la stessa tuteli, in via giudiziale nei confronti di tutti i soggetti responsabili, i propri diritti e interessi e richieda adeguato indennizzo con le conseguenti positive ricadute economiche ,sociali sulla nostra comunità;
– Relazionarsi con i rappresentanti del Governo (insieme agli esponenti degli altri enti territoriali coinvolti) al fine di valutare come gli interessi del nostro territorio vengano rispettati nelle future operazioni;
– Avvalersi di un advisor affinché si valutino tutte le possibili risoluzioni alla trattativa in essere.