Chiese aperte a Pasqua, De Mossi dà ragione all’Arcivescovo: “Sua posizione è del tutto legittima”

Si è concluso il quotidiano incontro in videoconferenza tra il sindaco di Siena Luigi De Mossi e la stampa locale. Proprio ieri l’Arcivescovo Augusto Paolo Lojudice aveva risposto a Matteo Salvini dopo la sua proposta di riaprire le chiese al pubblico per celebrare la Pasqua. Il vescovo di Siena in una intervista, aveva dichiarato che: “I suoi, sono discorsi insensati”, riferendosi a Salvini. Questa mattina è arrivata anche la risposta del sindaco De Mossi.

“Io sono dalla parte dell’Amministrazione Comunale e dello Stato – commenta De Mossi -. Sono per tutti e per nessuno. Indipendentemente dalle singole posizioni credo che lo Stato abbia dettato delle indicazioni ben precise, il Governo ha il potere di disciplinare la nostra vita. La posizione di sua Santità e di conseguenza del vescovo di Siena, rispecchiano la scelta del Governo, c’è un allineamento giusto nei confronti della normativa statale. È una scelta giusta, non una decisione bizzarra per svantaggiare la chiesa cattolica, d’altronde, non ci sono sacche di esclusione, mi pare che sotto questo profilo sia legittima la posizione della chiesa. Detto questo, il vero tema di cui stiamo parlando è legato nel rapporto tra chiesa e Stato, questa è la mia posizione: la chiesa fa bene a rispettare le norme dello stato, altrimenti torneremmo al Papa-Re. Il nostro Arcivescovo è una persona eccellente, io non dò né medaglie, né mando qualcuno dietro la lavagna, ma la chiesa ha rispettato le volontà dello Stato. Salvini è una persona che io stimo e rispetto, con la Lega al governo avremmo avuto un’azione interessante in termini economici”.

“Gli errori fanno parte della vita – continua De Mossi -, ma per quanto mi riguarda l’esperienza governativa di Salvini ha raggiunto la piena sufficienza. Se l’Italia ha un rapporto più dialettico con L’Europa, in parte lo dobbiamo al lavoro di Salvini”.

Il tema economico è ormai all’ordine del giorno, il primo cittadino fa sapere di intrattenere molti rapporti con le varie istituzioni economiche della nostra città, presentando il progetto ideato da Franco Vaselli. Si pensa ad un plafond o ad un prestito di onore. Resta il fatto che ci dovrà essere il pieno appoggio da parte delle istituzioni, prima fra tutte la Fondazione Monte dei Paschi di Siena.

“Sto pensando ad un prestito di onore, credo che possono essere delle opportunità, che con questo plafond può garantire l’integrità dei nostri commercianti sul territorio – commenta il primo cittadino -. Qua siamo come nella Prima Guerra Mondiale, la pandemia, è come se ci avesse fatto piombare in quegli anni. Ma nel momento in cui riusciamo a sconfiggerlo, ci sarà il periodo in cui noi dovremo programmare il futuro. Come quando le nazioni si riunirono in Francia per stabilire gli accordi della Prima Guerra Mondiale. Se l’Europa fa quello che fece Wilson, allora scoppierà un’altra guerra, ma questa volta economica. Se ci applicassero delle regole alla stregua dei 14 punti di Wilson, allora ripiomberemo in un’altra guerra”.

Sono arrivate anche buone notizie, il numero dei positivi nel territorio senese è stabile, non si registrano incrementi. Tutto questo è frutto della grande determinazione dei cittadini.

“Ancora una volta la città di Siena è un esempio per  tutto il Paese – commenta De Mossi -, dobbiamo continuare con questa determinazione, lo so che ogni giorno è sempre più difficile, dobbiamo però pensare che un nostro errore potrebbe danneggiare sia la nostra che la vita altrui. Siamo la punta di lancia della civiltà italiana”.

Il Comune di Siena, inizierà a distribuire le mascherine, frutto dei rapporti con la Cina e di donazioni da parte di realtà locali. L’Amministrazione si vuole avvantaggiare prima che entri in vigore l’ordinanza regionale che obbliga l’uso di Dpi per uscire di casa.

Arrivati anche i 285mila euro da parte del Governo per i buoni spesa. Adesso il Comune deciderà come distribuirli nel territorio per cercare di aiutare tutti.