Caro turismo: a Siena un hotel costa oltre l’8% in più rispetto al 2022 ma l’aumento è sotto la media italiana

Un +8,8 % per gli hotel e per le strutture ricettive: è il rincaro che Assoutenti ha registrato per alberghi e strutture ricettive a Siena sulla base dei dati Istat.

Lo studio dell’associazione mette a confronto i listini dei servizi di alloggio in varie città italiane fra hotel, pensioni, b&b e strutture ricettive varie. E la crescita, seppur poderosa, dei prezzi a Siena si mantiene comunque sotto la media italiana.

Nel nostro Paese le tariffe sono salite mediamente del +15,2% rispetto al 2022, con punte del +18% per alberghi e motel, mentre villaggi vacanza a campeggi costano l’11,1% in più. Tra l’altro l’impennata senese è anche calmierata se si pensa al fatto che, come rileva Assoutenti, “gli aumenti più pesanti si registrano nelle città d’arte, quelle cioè che nell’ultimo periodo hanno visto le maggiori presenze di visitatori”.

In questo ultimo ambito rientra Firenze, al primo posto della classifica sul caro-albergo, e dove nell’ultimo mese i listini delle strutture ricettive sono rincarati del +43,2% . Al secondo posto c’è Milano, che registra tariffe in crescita del +38% su base annua. Poi Campobasso (+28,9%), Venezia (+25,7%), Palermo (+25,3%) e Ferrara (+24,6%).

In Toscana, dopo Firenze scorrendo la graduatoria si incontrano Lucca (+13,5%), Massa-Carrara (+8,9%), e quindi Siena e Pistoia (+8,8%). Dopo ci sono Pisa (+8,4), Arezzo (+8,0%), Grosseto (+5,7%), Livorno (+5,4%).

“Temiamo che questo sia solo un assaggio di ciò che attende gli italiani la prossima estate – avvisa il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi –. Anche nel comparto turistico il caro-bollette che ha caratterizzato l’ultimo anno e una inflazione ancora alle stelle si stanno riversando su prezzi e tariffe praticate al pubblico, attraverso un incremento generalizzato dei listini. Il rischio concreto è che milioni di italiani, non potendo affrontare costi sempre più elevati, saranno costretti questa estate a tagliare i giorni di villeggiatura, o addirittura a rinunciare del tutto alle vacanze in attesa di tempi migliori”, conclude Truzzi.