Caro energia, la testimonianza: “Io, barista senese, ho il terrore di chiudere dopo 40 anni di attività”

“L’ultima bolletta di luglio è costata 4519 euro. Un anno fa, consumando più o meno sempre 7mila kilowatt, avevo pagato 1500 euro. In un anno il costo è triplicato, ma in un mese è aumentato di quasi 2mila euro: a giugno avevo pagato 2600 euro”.

Alessandro Sampoli, della pasticceria e bar Sampoli e Lapis di Radda in Chianti, si ritrova a dover fare i conti in tasca per poter mandare avanti l’attività. Con oltre quarant’anni di vita la sua piccola realtà a conduzione familiare è ormai un’istituzione nel piccolo comune chiantigiano. Ma da giorni Sampoli convive con il “terrore”, l’ha definito così, di dover chiudere.

Il motivo? Sono i rincari monstre di gas e energia: “A ottobre mi hanno comunicato che l’aumento in bolletta sarà del 50%. Se devo pagare 5mila euro al mese è logico che potrò resistere per poco tempo”, ammette Sampoli.

L’imprenditore dunque è andato alla ricerca di soluzioni, una ricerca che purtroppo si è fatta sempre più difficile: “Non ci sono ancora fonti elettriche alternative e mi è stato detto, da un’azienda del luogo che opera nel settore, che non vale la pensa sfruttare i generatori – racconta-. Mi è stato consigliato di rivolgermi a dei broker che, mese per mese, cercano la compagnia dove si spende meno”. Ed ancora: “Io posso aumentare pure i prezzi dei miei prodotti. Ma se adesso ho una clientela fatta di turisti che non si accorge dell’incremento, dall’inverno i clienti sono persone del luogo che sono in difficoltà come me e che faranno caso a quell’incremento”.

“Purtroppo – aggiunge il titolare- alternative rispetto a quest’attività per me che ho 66 anni non ce ne sono.  Anche i miei figli ormai sono integrati nella pasticceria e capisco che pure per loro rimettersi in gioco non è facile”. Inoltre, prosegue, “anche la chiusura diventa un problema di costi”.

Da qui la sua partecipazione all’iniziativa delle bollette in vetrina di Confcommercio perché, afferma, “questo che affrontiamo è un virus energetico e gli esercenti devono affrontarlo insieme. Dall’associazione di categoria inoltre mi aspetto sensibilità su questo tema”.

La chiosa è una richiesta al Governo di “valutare con precisione qualsiasi operazione da fare per non farci trovare di fronte a compagnie che ti dicono “o paghi o stacchiamo la corrente’ -conclude Sampoli- . Se ci costringono a pagare queste cifre ci costringono a chiudere”.

Marco Crimi